“L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.”
(Hubert Reeves)
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Non è possibile possedere un gatto.
L’uomo? Un animale più X.
Condividiamo le nostre caratteristiche, i nostri bisogni, i nostri interessi e le nostre peculiarità con molti animali – respirazione dell’ossigeno, metabolismo, sessualità, fame, sete, dolore, gioia, freddo, paura, rabbia. Le nostre qualità più importanti le abbiamo in comune con tutti, siamo esseri viventi. È evidente che siamo una specie fra tante. Solo che le cose più evidenti e più diffuse, a quanto pare, sono anche quelle che più facilmente si perdono di vista. Nella nostra testa che sempre il vecchio mito che siamo qualcosa in più degli animali, un animale più X.
Non è giusto, né coerente vedere banchetti animalisti di persone nemmeno vegetariane. Non si può in alcun modo essere così superficiali e poco seri: passare il messaggio che si possa essere animalisti mangiando animali è pericoloso, ingannevole e profondamente ingiusto nei confronti degli animali stessi che dovrebbero avere “quelle” persone a difenderli…non si può e non si deve.
Pur sognando di vivere in un Pianeta Verde e nel frattempo desidero, forse utopicamente, una convivenza rispettosa tra persone diverse tra loro per cultura, stile di vita, stile alimentare, continuano ad incuriosirmi le diatribe tra onnivori e vegetariani/vegani, specialmente quando sono “esperti del settore” a pronunciarsi.
Riposto di seguito un articolo di Andrea Romeo letto sul sito Il cambiamento dal virtuale al reale il cui titolo è: Consumo di carne? Non è un successo evolutivo.