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Auspici animalisti per il nuovo anno

Il nuovo anno è da poco iniziato, questo 2012 su cui incombono oscure profezie apocalittiche. Ma dato che, probabilmente, mi auguro, il mondo non finirà, sarebbe bello che al posto dell’apocalisse cominciasse invece un processo di cambiamento in grado di sistemare un po’ di cose su questo nostro pianeta così bello ma sempre attraversato da moltissime ingiustizie e tragedie, ogni giorno sotto i nostri occhi.
Sarà utopico, ma è bello immaginare un mondo migliore, una società capace di riscoprire davvero la propria umanità, verso gli esseri umani, certamente, ma anche verso gli altri abitanti di questa terra, gli animali.
Un mondo migliore, finalmente, anche per loro.

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20 marzo 2012: Giornata Mondiale senza carne

MeatOut Day, ovvero la Giornata Mondiale senza carne, si svolgerà il 20 marzo 2012, a pochi mesi dalla Settimana Vegetariana Mondiale, che si è tenuta lo scorso ottobre. Un’occasione per informarsi sul nostro modo di alimentarci e conoscere la situazione sotto tutti i punti di vista.

L’alimentazione è un campo molto importante e strettamente legato all’ambiente, il MeatOut Day può essere una giornata utile per essere a conoscenza dell’impatto che la carne ha sulle nostre vite e sull’ambiente stesso, oltre che mostrare quali possano essere i vantaggi di una dieta vegetariana.

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Dell’abitudine alla noncuranza

Mi capita spesso di pensare alla noncuranza con cui conviviamo con lo sfruttamento degli animali, e di come esso appaia ai più ineluttabile, una di quelle cose che sono sempre state così, e dunque semplicemente normali.

Nella nostra società è normale trovare nei negozi di alimentari pezzi di corpi animali, confezionati nelle classiche vaschette bianche chiuse dal cellophane. Dalle fettine agli spiedini, ai corpi spellati e privati della testa di quelli che fino a poco tempo prima erano dei conigli, alle cosce di pollo, fino addirittura al fegato o al cervello magari di un vitellino. E poi naturalmente tutti i salumi, che non fanno impressione neanche un po’, eccetto probabilmente la lingua, e che quindi si mangiano con ancor più noncuranza del resto della carne. E poi il banco del pesce, con tutti quei piccoli occhi tondi ormai ciechi, o i sacchetti di rete con le cozze ancora vive, nascoste nel loro guscio nero.

Fin da bambini, quando la mamma ci portava al supermercato, abbiamo imparato la noncuranza dalla noncuranza degli adulti intorno a noi.

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Lo specismo del linguaggio

Ammazzato come un cane
Trattati come bestie
Sgozzato come un maiale
Schiacciati come topi
Carne da macello

Tutte espressioni impiegate per descrivere episodi particolarmente barbari e disdicevoli quando ad essere coinvolti sono degli esseri umani. Espressioni che mi hanno sempre dato da pensare, fin da bambina. Mi chiedevo, già allora, com’è che se un essere umano viene trattato in modo indegno, viene sottoposto a terribili stenti e patisce molte sofferenze, se gli viene tagliata la gola o viene mandato a morire senza alcuna remora, tutti siamo concordi (giustamente) nel dire che sono cose terribili e inaccettabili, mentre se riguardano degli animali sembra quasi che sia normale, come tutto ciò fosse in un certo qual modo parte del loro destino?