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La popolazione più longeva al mondo: digiuno, attività fisica e acqua alcalina.

hunza_bTempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.
È il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Vivono al confine nord del Pakistan all’interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra élite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità.

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Connie tutto-fare!

Hazel Carter è una signora inglese, invalida: colpita da una grave artrite, non riusciva più a muoversi. Così, non potendo svolgere le varie faccende domestiche, Connie la aiuta, caricando la lavatrice e facendo la spesa, innaffiando  le piante e mettendo in ordine la casa.

Hazel Carter è un ex-educatrice di cani ed ha insegnato al suo Terranova a diventare una “perfetta casalinga”.

Connie mette i panni sporchi nella lavatrice, mentre la padrona aggiunge il detersivo. A fine ciclo, apre lo sportello usando la testa e trasferisce la biancheria nell’asciugatrice.

Quando Hazel non ha più niente in frigo, telefona al negozio del quartiere, ordina la spesa e manda Connie a ritirare le varie borse.

Inoltre, quando la casa è disordinata e ci sono oggetti per  terra, Connie li raccogli e li mette al loro posto, scodinzolando: le piace aiutare la sua padrona.

Si riempie da sola la  ciotola con il suo cibo e una volta finito di mangiare rimette tutto a  posto. Sa fare ancora mille altre cose e aiuta Hazel ad allacciarsi anche le scarpe.

Secondo Hazel Carter si tratta di  un esempio da seguire.

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Dalla loro parte News

Benvenuti al manicomio.

Io non guardo la televisione. Perchè non ho tempo, e perchè fa schifo. Ma mi dicono che a “Le invasioni Barbariche” il tema del dibattito fosse “fino a che punto è giusto umanizzare il proprio animale”, e che siano state definite “di competenza psichiatrica” le persone che affermano di amare il proprio cane come un figlio. Potremmo certo scrivere alla astutissima Bignardi ,molto attenta al politically correct, e dotata come ogni giornalista solo del coraggio necessario ad esprimere ciò che già gli ascoltatori del proprio programma, o i lettori del proprio giornale, pensano. Potremmo, ma non servirebbe, se non a dare all’ennesimo borghesuccio benpensante con velleità radical chic, categoria perfettamente rappresentata dal programma in questione, l’ennesimo motivo per sentirsi giustificati nel loro bisogno di tutelarsi dal popolo degli animalisti pericolosissimi e pazzi. Perchè vedete, non c’è un modo educato e “politically correct” di esprimere il nostro pensiero, in questo caso, e in molti altri. Se io dovessi scrivere, adesso, una lettera di protesta da inviare a Le Invasioni Barbariche, non sarebbe pubblicabile, nemmeno qui.

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Dalla loro parte Gli animali

Il cane mi fa i dispetti! Ansie da separazione.

Anche quando non sono più cuccioli capita che i cani combinino guai quando stanno da soli. Come interpretare questi segnali?

Esistono delle differenze fra il comportamento osservato dai proprietari e la reale comunicazione del cane. E spesso fraintendiamo, interpretando in modo errato i segnali della comunicazione canina.

Ecco qualche esempio:

Mi fa i dispetti. Può succedere che il proprietario tornando a casa al termine di una giornata di lavoro trovi una serie di danni in casa: porte grattate, divano distrutto, ciabatte o altri indumenti fatti a pezzi, la pattumiera sparsa per casa, feci e urina in vari punti della sala.

Ciò che il proprietario interpreta come “dispetto” è in realtà il risultato di un notevole stato di ansia e di stress vissuto dall’animale che non è in grado di sopportare il distacco dal proprietario.

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Gli animali

La terza età dei cani.

Gli enormi progressi fatti dalla medicina veterinaria in questi ultimi anni nell’ambito sia della prevenzione che della terapia di molte patologie del cane, hanno fatto sì che l’aspettativa di vita di questa specie animale sia notevolmente aumentata.

 

Di conseguenza, la popolazione canina è ormai costituita da un elevato numero di soggetti cosiddetti “anziani” o “senior” (oltre i 7-10 anni).

Tutto ciò ha comportato anche la diffusione di una serie di malattie legate alla “terza età”. Fra queste, una patologia che merita attenzione anche perché non sempre di facile diagnosi, è la disfunzione cognitiva del cane anziano.