Difficoltà: °
- 3 carciofi
- Farina
- Sale
- Olio per friggere
PREPARAZIONE:
Tagliamo i carciofi in piccole striscioline, compresi i gambi, leviamo le spine se ci sono, e lasciamoli intenerire per una ventina di minuti in una casseruola con l’acqua.
Nel frattempo mettiamo in un piatto la farina, sgoccioliamo una manciatina di carciofi adagiandola sulla farina. Quindi, infariniamo tutti i carciofi.
Mettiamo in una padella abbondante olio per friggere e aspettiamo che quest’ultimo sia ben caldo prima di versarvi i carciofi.
Dopo che abbiamo fritto, asciughiamo con carta assorbente i carciofi e il nostro stuzzichevole piatto è pronto e suggerisco di abbinarci alcuni ravanelli freschi.
Foto gallery della preparazione del piatto:
Ed in questa bella serata cito con ammirazione una poesia di Pablo Neruda dedicata al gustoso e nutriente ortaggio.
Ode al carciofo
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all’asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l’origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell’orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l’osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.