Dici cultura e immagini lo scrittore, l’intellettuale, il letterato, l’artista o lo scienziato. Non pensi a uno scimpanzè, a un fringuello o a una balena. Cos’è d’altronde la cultura? “Un insieme di conoscenze”, trasmesse di generazione in generazione, “che concorrono a formare la personalità e ad affinare le capacità ragionative di un individuo (dizionario Sabatini). Ragionamento, non istinto, roba da intellettuali mica da “bestie” (e ce ne sono tanti, anche tra gli umani). Fino a poco tempo fa si riteneva che questa sapienza appartenesse solo al genere umano. Oggi sappiamo che anche gli animali hanno una cultura che viene tramandata esattamente come facciamo noi. La conferma ci arriva dalla scienza, precisamente da Michelangelo Bisconti, paleontologo autore de La cultura degli altri animali.
Grazie a un lavoro serio ed impegnativo, tratto da una serie di esempi dal mondo animale, oggi possiamo affermare che in ogni gruppo di “bestie” esiste una sapienza, parallela alla nostra. Non si basa però sul linguaggio, sulla parola orale o scritta tramandata da generazione in generazione. Bensì tra gli altri esservi viventi non dotati di favella la cultura viene insegnata tramite i comportamenti e gli atteggiamenti. Cioé nel mondo animale si impara dagli altri con l’osservazione o la facilitazione sociale, ed essere in grado di trasmettere informazioni ad altri individui acquisite tramite l’apprendimento. È una rivoluzione.
Secondo Bisconti «creatività comunicazione e memoria sono tre caratteristiche sviluppate dagli animali nel corso della loro evoluzione. Si tratta di caratteristiche rese possibili da particolari configurazioni di reti di cellule nervose, che inviano specifici segnali a strutture corporee capaci di eseguire compiti complessi. Non occorre un cervello di grandi dimensioni. La memoria, cioè il ricordo di fatti e comportamenti, la comunicazione, cioè l’interazione e l’intesa con altri individui della propria specie, e infine la creatività, cioè l’ideazione di comportamenti nuovi utili alla sopravvivenza. Osservare le culture degli altri animali ci aiuta a comprendere meglio anche gli exploit intellettuali della nostra specie”. Alcuni oranghi (Pongo pygmaeus) della foresta di Sumatra hanno sviluppato una curiosa invenzione per raccogliere l’acqua non raggiungibile con la bocca. Prendono una foglia, la riducono in striscioline, l’appallottolano e l’immergono nella pozza. Come se fosse una spugna, questa raccoglie l’acqua, che verrà poi bevuta dalla scimmia strizzandola in bocca. Un comportamento inventato e mantenuto esclusivamente da questo gruppo di oranghi.
Un altro esempio famoso è quello di Imo, un macaco giapponese dell’isola di Koshima che scoprì che lavando in mare le patate dolci, che le venivano lasciate sulla spiaggia dai ricercatori, le puliva dalla sabbia ed erano più saporite. Non insegnò a nessuno la tecnica, tuttavia le sue figlie ed i loro piccoli ben presto la impararono. Mentre gli adulti di rango più alto, non facendo mai attenzione ad Imo non appresero mai la tecnica di questo lavaggio. Oggi tutte le scimmie di Koshima lo fanno ma non quelle di altre popolazioni dove l’esempio di Imo non c’e’ stato. In Marocco alcune Bertucce per sopravvivere alla siccità hanno scoperto che potevano scortecciare i cedri e ricavarne acqua e nutrimento. Fino a pochi anni fa questo comportamento non esisteva in Marocco ma adesso si sta diffondendo rapidamente. I Delfini nella spiaggia di Monkey Mia (Australia) aiutano i pescatori a spingere il pesce nelle loro reti, perché sanno che saranno ricompensati. È cominciato anni fa con 2/3 esemplari particolarmente attenti, ora questo comportamento è stato acquisito da tutti gli altri delfini della baia.
L’intelligenza è negata agli animali solo da coloro che ne posseggono assai poca (Schopenhauer).
di Marinella Meroni
Fonte: libero-news.it
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