Non solo amico a quattro zampe, non solo un “utility dog”
Quel giorno incontrai una strana ragazza, non era come le altre: la sua storia me lo provò.
Accanto a quel trucco di liquirizia e quei vestiti da gothic lolita, accanto a quell’aggressività ostentata e ad un paio di ciocche color uvetta, una borsina curiosa stringeva a sè, stretta stretta.
Non è una storia ma una vita vera.
La borsina era completamente nera, decorata con deliziosi teschietti a tema. La gente la squadrava con diffidenza e deplorazione.
Nessuno si accorgeva di qualcosa, qualcosa che in lei valeva la pena guardare.
Dentro quella borsa c’era un deliziosissimo cucciolo di Shih–Tzu che non toglieva lo sguardo dalla sua padrona nemmeno per un istante. Era chiaro che la teneva d’occhio. Per un motivo…
Mi volli fermare a chiacchierare con lei. Pioveva e non avevo l’ombrello, ma la ragazza gentilmente mi accolse sotto il suo.
Strana umana. La sua anima profumava di vaniglia.
In caffetteria dimostrò più cura verso di me, un’estranea, di quanta qualunque borghese ben pensante potesse sfoggiare.
Polly, il nome del docile e tenero cagnolino, sembrava vegliare su Nicky, questo lo pseudonimo della ragazza, come per proteggerla. Aveva pochi mesi e già un grande compito.
Ed era proprio così.
Nicky mi spiegò che soffriva di un disturbo borderline di personalità. Questo le impediva di avere una vita normale: sbalzi di umore incontrollabili, improvvisi attacchi di collera, senso di vuoto e abbandono angoscianti e difficilissimi rapporti interpersonali la stavano tagliando fuori dal mondo. Era tutto difficile per lei. Più cresceva, maggiori erano le difficoltà sul suo cammino, non importava se la sua intelligenza fosse superiore alla media o il suo aspetto, sebbene mascherato, di una notevole presenza.
Ormai si sentiva sola. Lo era. Isolata. Non usciva nemmeno più di casa, era troppa la paura che quel mondo le faceva. La sua vita, mi diceva commossa, non aveva piu prospettive.
Poi…Arrivò lei: Polly!
Il suo mondo era lentamente cambiato. Riprese ad avere sogni ed entusiasmo come da anni non aveva. Nicky era tornata persino a sognare.
La sua rabbia via via andava scemando come mai in passato cure e farmaci le avevano concesso. Il suo umore si fece più equilibrato e finalmente sembrò felice.
“Polly ha fatto il miracolo solamente esistendo” così mi disse.”Non esco senza di lei, diciamo che non sono io a portarla a fare le passeggiate ma è lei che porta me!”. Era il suo sostegno oltre che il suo amore.
Deliziosa umana, pensai. Ho notato che in questo paese chiamato Italia un amico a quattro zampe rappresenta un membro della famiglia, un amore incondizionato, ma per alcune persone anche la quasi esclusiva possibilità di interagire con il mondo, come accade per i non-vedenti. Ma non dovrebbe essere l’unico disagio da aiutare in questo modo.
Per molti, infatti, come per Nicky, la possibilità di avere una quasi normale esistenza, a causa di disagi psicologici anche rilevanti, viene data da una cagnolina la cui sola presenza riempie i vuoti del suo mondo, colma le lacune delle cure e rende Nicky viva. A sua volta l’amore e le cure di cui la piccola Shih–Tzu è inondata non sono le stesse di altri umani come dire…normali.
La porta con sè ovunque. E ovunque ne rispetta la presenza e natura canina.
Angeli guardiani dell’anima, del corpo e della casa. Angeli che fanno la differenza. Che lo si voglia ammettere oppure no.
Tante sono le storie di coppie umano-animaletto inseparabili, storie di amore reciproco, aiuto e vita insieme.
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