Avon eliminata dalla lista cruelty free!
“Nel 1989 Avon è stata la prima multinazionale produttrice di cosmetici a cessare definitivamente di compiere esperimenti sugli animali per provare la sicurezza dei prodotti. Avon non testa le sostanze sugli animali, né chiede a terzi di farlo per proprio conto”. È questo ciò che si legge sul sito della famosa ditta di cosmetici. Ma è davvero così? Non secondo la PETA, che ha scoperto che la Avon, insieme a Estée Lauder e Mary Kay, tutte e tre aziende che vengono inserite spesso nelle liste cruelty-free, stanno comunque testando sugli animali in Cina.
Per questo, al di là delle loro dichiarazioni, sono state rimosse dalla “Don’t test list” dell’Associazione animalista d’oltreoceano: nessuna di queste società può avere l’etichettatura “cruelty free”.
Allora che fare? Smettere di acquistare i prodotti di queste società è l’unico rimedio per non rendersi complici delle violenze che subiscono gli animali.
Ma attenzione, la questione è delicata e complessa: la Avon, così come molte altre aziende di cosmetici, dichiara solo che il “prodotto finito non è testato su animali”. Ciò non esclude che gli ingredienti con cui è composto il prodotto siano stati testati su animali e non dà nessuna informazione specifica sui vari componenti.
L’unico modo pratico qui in Italia per capire se un prodotto è davvero cruelty free potrebbe essere, allora, quello di fare riferimento, al superamento, dietro accordo con LAV (Lega Anti Vivisezione), ai controlli eseguiti da ICEA. Le aziende certificate ICEA (e la Avon non lo è) non testano né il prodotto finito, né commissionano test su prodotto finito e ingredienti. E non usano nemmeno gli ingredienti testati dai produttori dopo l’anno di adesione a questa policy.
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