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Dalla loro parte No alla vivisezione

5 Marzo – Corteo nazionale contro la vivisezione.

Green Hill, il più grande allevamento d’Europa di cani destinati ai laboratori, con i suoi capannoni pieni di beagle prigionieri sulle colline di Montichiari (BS), è diventato un simbolo della crudeltà della vivisezione. Un simbolo da abbattere per aprire un nuovo percorso di liberazione e di lotta alla vivisezione. La chiusura di Green Hill è doverosa, ma soprattutto è anche possibile. Sta a noi tutti far sì che questa vicenda non finisca nel dimenticatoio e che degli animali torturati nei laboratori si continui a parlare il più possibile. Sta a noi dare voce a chi non ce l’ha e farla sentire con tutta la sua forza a coloro che devono prendere delle decisioni.

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No alla vivisezione

Sesto rapporto europeo sulla vivisezione: quasi 12 milioni gli animali rinchiusi nei laboratori.

La Commissione Europea ha pubblicato il sesto rapporto “2008″ sui dati statistici relativi al numero di animali utilizzati a fini sperimentali. Ne sono stati calcolati quasi 12 milioni….

Dodici milioni di cavie da laboratorio… una enorme, intera metropoli rinchiusa in gabbia per subire ogni genere di tortura. Fra questi: 21.000 cani, 330.000 conigli e oltre 9.000 scimmie – il 56% delle quali catturate in giovanissima età allo stato selvatico, spesso alle Mauritius, distruggendo per lo scopo interi nuclei familiari al prezzo di 2.600 sterline. Orrore allo stato puro, insomma, che fa levare un urlo di vergogna. Eppure il dato è solo parziale: secondo la Direttiva europea 86/609 – nella sua formulazione precedente il testo revisionato l’8 settembre scorso – infatti, solo gli animali vertebrati adulti possono rientrare nel triste computo. Invertebrati e bestiole già soppresse non vengono considerate pertanto utili ai fini della “statistica”.

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No alla vivisezione

Le sperimentazioni sostitutive e l’antivivisezionismo scientifico.

L’analisi effettuata dalla LAV su centinaia di protocolli sperimentali inviati al Ministero della salute prima di apprestarsi a svolgere esperimenti su animali mostra un grave inadempimento da parte degli utilizzatori. Infatti non uno di tali protocolli riporta una relazione dettagliata sul perché nel caso specifico non si possa ricorrere a metodi alternativi alla vivisezione (e sostitutivi),  come ad esempio la sperimentazione su culture cellulari. Eppure, come risulta dal rapporto LAV 2004, emerge un importante dato: il 40% degli animali viene ucciso col solo scopo di allestire colture cellulari; se al posto di questi venissero impiegati tessuti umani provenienti da biopsie, interventi chirurgici di vario tipo o da cadavere, si risparmierebbe la vita a migliaia di animali ogni anno.

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Sperimentazione animale: Scienza o finzione?

Esponenti parlamentari, medici professionisti e scienziati uniti nel chiedere una valutazione accurata sull’utilità della vivisezione
19 luglio 2005 Kathy Archibald (Direttrice di Europeans for Medical Progress)

La maggior parte di noi sa che il cancro, le malattie cardiache e l’ictus sono le principali cause di morte in Occidente. Ma molte persone sarebbero sorprese di sapere qual è l’altro più grande fattore di mortalità: gli effetti collaterali dei farmaci prescritti dai medici. Le reazioni allergiche ai farmaci uccidono più di 10,000 persone l’anno in Gran Bretagna (e più di 100,000 negli Stati Uniti); e costano solo all’NHS (Servizio Sanitario Nazionale) 466 milioni di sterline l’anno.

Costantemente le industrie farmaceutiche ci rassicurano, sottolineando che tutti i farmaci, prima di essere somministrati agli esseri umani, vengono testati sugli animali per verificarne l’efficacia e la sicurezza. Quando si mette in discussione l’etica della vivisezione di solito la loro linea difensiva tipica fa più o meno così: ‘Cosa pensi che sia più importante: la vita di tuo figlio o quella di un ratto?’ Di fronte ad un’opzione del genere non si può che scegliere di sacrificare la vita del ratto.
Ma cosa avresti fatto se ti fosse stato detto che le attuali procedure di test sugli animali risultano profondamente inadeguate? Prendiamo in esame la seguente testimonianza:

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Cosa vuol dire “vivisezione”?

Molti affermano “la vivisezione non esiste più”. O non sanno di cosa parlano, o sono in malafede. “Vivisezione” non è solo il sezionare la rana viva, o gli atroci esperimenti del passato in cui i cani venivano legati con cinghie a una tavola e poi sezionati. Oggi la vivisezione è ben altro. Molto peggio.

Milioni di animali ogni anno, nel mondo, subiscono, nei laboratori, avvelenamenti con sostanze chimiche, farmaci e cosmetici compresi, induzione di malattie di ogni genere (cancro, sclerosi multipla, varie imitazioni dell’AIDS, malattie cardiovascolari, ecc.), esperimenti al cervello, esperimenti sul dolore, e molto altro.