Esponenti parlamentari, medici professionisti e scienziati uniti nel chiedere una valutazione accurata sull’utilità della vivisezione
19 luglio 2005 – Kathy Archibald (Direttrice di Europeans for Medical Progress)
La maggior parte di noi sa che il cancro, le malattie cardiache e l’ictus sono le principali cause di morte in Occidente. Ma molte persone sarebbero sorprese di sapere qual è l’altro più grande fattore di mortalità: gli effetti collaterali dei farmaci prescritti dai medici. Le reazioni allergiche ai farmaci uccidono più di 10,000 persone l’anno in Gran Bretagna (e più di 100,000 negli Stati Uniti); e costano solo all’NHS (Servizio Sanitario Nazionale) 466 milioni di sterline l’anno.
Costantemente le industrie farmaceutiche ci rassicurano, sottolineando che tutti i farmaci, prima di essere somministrati agli esseri umani, vengono testati sugli animali per verificarne l’efficacia e la sicurezza. Quando si mette in discussione l’etica della vivisezione di solito la loro linea difensiva tipica fa più o meno così: ‘Cosa pensi che sia più importante: la vita di tuo figlio o quella di un ratto?’ Di fronte ad un’opzione del genere non si può che scegliere di sacrificare la vita del ratto.
Ma cosa avresti fatto se ti fosse stato detto che le attuali procedure di test sugli animali risultano profondamente inadeguate? Prendiamo in esame la seguente testimonianza: