D: Il mio cane meticcio di 11 anni ha una escrescenza nel cavo nasale. Ho fatto fare un istologico e per ora si tratta di cosa benigna ma vedo che migliora con l’assunzione di cortisone. I veterinari mi hanno detto che non è operabile e ogni altro accertamento richiede ogni volta di addormentare il cane … Gli esami del sangue di partenza erano perfetti …
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D: Ho una micina di 8 mesi alla quale ieri hanno diagnosticato un’ernia diaframmatica. Sono un po’ demoralizzata, perche il vet mi ha detto che l’unica soluzione è operarla…ma la cosa è molto rischiosa.
Ho deciso di farla operare, perchè non facendo nulla potrebbe sopravvivere un giorno quanto qualche anno, ma l’aspetterebbe una brutta morte…
Finalmente e con la speranza di continuare su questa strada, il deputato Francesca Martini Sottosegretario alla Salute, del Ministero della Salute, col rinnovo dell’Ordinanza Ministeriale sull’aggressività dei cani e incolumità pubblica del 22 marzo 2011, in particolare: Differimento del termine di efficacia e modificazioni, dell’ordinanze del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 3 marzo 2009, concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani (11A06125), ha posto fine alla barbara pratica di mutilazione di parti del corpo di esseri viventi!
Genova – 28/07/11. La cagnetta Kira (nella foto) salvata dagli abitanti del quartiere di San Fruttuoso, con una raccolta fondi per consentire di fare un costoso intervento chirurgico all’animale.
Un volo dal quinto piano. Un impatto violentissimo sull’asfalto di via Luca Cambiaso. Al suono acuto del guaito, c’è chi ha smesso di lavorare ed è uscito in strada, chi si è affacciato dal balcone, chi ha fermato il passo spedito. La scena, per gli abitanti di San Fruttuoso accorsi, è stata tremenda. «Non riuscivamo a guardare tutto quel sangue» ha spiegato la signora Adelia più tardi. Kira, una cagnetta “fantasia”, era lì distesa, sanguinante. Il respiro, il battito del cuore erano lenti, gli occhi semichiusi.
Questa è la storia di un animale di nessuno. Trovato sull’asfalto in una notte fredda. Sembrava cadavere ma non lo era. Uno come tanti lungo le strade di campagna.
Per quest’animale, odiato e temuto da tutti, nessuno versa una lacrima. Molti cacciatori gli sparano per divertimento, altri per lavoro (la provincia paga per ogni coda consegnata). Nemico numero uno degli agricoltori perché scava e fa crollare i canali d’irrigazione.
In realtà le nutrie non hanno colpa. Vivevano tranquille in Sud America finché l’uomo ha deciso di importarle in Italia per fare allevamenti in quanto vengono usati per le pellicce. Un giorno gli allevamenti sono stati chiusi e molti animali sono stati liberati su un territorio non loro. Ma le nutrie si sono adattate alla pianura e il loro numero si è incrementato a dismisura. Come con altri animali, l’intervento irresponsabile dell’uomo ha squilibrato i meccanismi delicati e fragili della natura.