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Anche noi siamo cresciuti mangiando animali…

Da Nemesi Animale. Anche noi siamo cresciuti mangiando animali e siamo stati almeno una volta allo zoo, al circo, in un delfinario. Ci siamo sempre sentiti forse più a nostro agio a giocare e coccolare un cane o contemplare scoiattoli e uccellini che tra gli altri esseri umani, eppure ci è voluto molto, per tutti, per far venire a galla e affrontare le nostre contraddizioni, per guardarci allo specchio e ammettere che stavamo sfruttando quegli stessi esseri che dicevamo di amare, e per decidere che dovevamo cambiare veramente qualcosa.

Siamo comuni esseri umani, e gli esseri umani, si sa, sono molto bravi ad ingannare loro stessi, ad ignorare le proprie sensazioni dirigendo i pensieri in un’altra direzione.

Abbiamo sempre saputo e sentito che era sbagliato mangiare animali, o rinchiuderli, ucciderli, usarli, eppure abbiamo continuato a mangiare carne, usare prodotti testati e provenienti dallo sfruttamento animale, pur essendone consapevoli, perché non è mai facile cambiare qualcosa che ti è stato inculcato dalla nascita e che è considerato assolutamente normale dalla maggioranza delle persone che ti circondano.

Non è un caso se i macelli vengono costruiti lontani dagli occhi della gente, se le porte dei laboratori vengono tenute chiuse, questo aiuta le persone a tenere la testa nascosta sotto la sabbia, a non vedere l’evidente crudeltà che ci circonda in ogni istante, di cui siamo tutti complici.
Alcuni cercano di reprimere la loro consapevolezza, i proprio sentimenti, nascondendosi dietro montagne di giustificazioni prefabbricate. Ci insegnano fin da bambini a farlo, ci dicono che vedere una tigre che salta nel fuoco è divertente, che mangiare altri animali fa parte della catena alimentare, che è più importante la vita di un bambino che quella di un animale sacrificato per la scienza, che gli zoo ricreano un habitat naturale perfettamente adatto ad ogni animale rinchiuso, che i cavalli adorano correre negli ippodromi, e così via.

Chi caccia, macella, scuoia e picchia gli animali è considerato crudele, ma tutti si sentono a proprio agio se qualcuno lo fa per loro. In molti rabbrividiscono vedendo le immagini dei maltrattamenti che ogni giorno vengono perpetrati sugli animali, ma la conseguenza è troppo spesso il voltarsi dall’altra parte, il non riuscire a guardare, l’accettazione più o meno esplicita che si tratti di un male necessario ed inevitabile. Lo sconvolgimento non è tale da portare a un cambiamento.

Ma arriva un momento, per alcuni, in cui sai di non poter più mentire a te stesso, di non poter più reprimere i tuoi sentimenti, in cui cominci a vedere sempre più distintamente le sbarre della gabbia, allora non puoi più far finta di non vedere l’assurdità del dolore e della sofferenza che ci circondano da ogni parte, e decidi, che per quanto sia possibile, vuoi cercare di non essere più parte di tutto questo.

Da quel momento scaturiscono necessariamente delle scelte, che ti portano a cambiare alimentazione, a cambiare i tuoi acquisti, a condividere la tua vita con un animale salvato da qualche situazione di sfruttamento o ad attivarti in prima persona per diffondere una cultura diversa.

Da quel momento sei parte del cambiamento e del movimento per la liberazione animale.

Fonte: nemesianimale.net

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