L’esposizione del corpo a temperature ambientali estremamente basse comporta il rallentamento di tutti i processi metabolici e diventa irreversibile quando la temperatura corporea scende sotto i 24°C. La durata dell’esposizione al freddo e le condizioni fisiche del soggetto influenzano la sua capacità di sopravvivenza. Anche in questo caso, come per il colpo di calore, per la sopravvivenza dell’animale servono cure specifiche ed immediate.
Congelamento
Il congelamento di singole parti del corpo interessa, per lo più, le parti periferiche (orecchie e coda) che si presentano poco rivestite da pelo, poco vascolarizzate o danneggiate già in precedenza dal freddo stesso.
Il trattamento di emergenza di questo tipo di lesioni mira a ripristinare nel più breve tempo possibile quelle che sono le temperature normali delle zone colpite effettuando delle spugnature con acqua tiepida (29-30°C) o immergendo direttamente l’animale in acqua alla stessa temperatura.
Per attenuare il dolore possono essere somministrati analgesici; può essere necessario intraprendere una copertura antibiotica.
Le parti colpite devono essere poi asciugate e protette da altri eventuali traumi; da evitare assolutamente sfregamenti, bendaggi compressivi, trattamenti con pomate.
Evitare la somministrazione di corticosteroidi e l’amputazione/revisione chirurgica affrettata delle parti colpite (molti tessuti, apparentemente morti ad un primo esame, sono in grado di riprendersi).
Molto spesso si ha, come complicazione dell’esposizione al freddo, la coagulazione del sangue all’interno dei vasi delle aree interessate; l’estensione delle zone colpite da necrosi può essere ridotta somministrando destrano 40 EV e ripetendo l’infusione ogni 12 ore per almeno 2 gg consecutivi.
Ipotermia
Se la temperatura interna di un animale si abbassa per esposizione di un corpo ad un freddo intenso si ha il rallentamento di tutti suoi processi metabolici che diventa irreversibile se la temperatura corporea scende sotto i 24°C.
La durata dell’esposizione al freddo e le condizioni fisiche del soggetto influenzano la sua capacità di sopravvivenza.
Di fronte ad un’ipotermia generalizzata può essere necessario riportare la temperatura corporea a valori normali in modo rapido immergendo l’animale in acqua tiepida o coprendolo con attenzione con cuscini termoelettrici.
Un sistema per riscaldare un paziente ipotermici è effettuare una dialisi intraperitoneale con soluzione di Ringer lattato caldo (39,4°C, 20 ml/kg) ripetendo l’operazione ogni 30 minuti fino a quando la temperatura interna non sia risalita fino a 36,6-37,7 °C).
L’aumento della temperatura corporea è sempre lento; in questi casi è bene non somministrare farmaci fino al raggiungimento della temperatura corporea normale, poichè non è prevedibile la reazione ad un farmaco in un organismo ipotermico.
Sarebbe opportuno inserire un catetere urinario e procedere alla fluidoterapia EV solo se la funzionalità renale è ristabilità; tenere sotto controllo l’attività cardiaca per evidenziare i segni di eventuali aritmie.