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Dalla loro parte

[Cane] Cosa fare quando vedi un cane alla catena.

Tanti, troppi sono i cani adottati e poi relegati in giardino, nel cortile dell’azienda o sul retro della casa…legati alla catena! Chi li prende con sé forse crede di fare un investimento a basso costo: il cane al posto dell’antifurto, però incatenato per evitare che scappi (forse verso una libertà negata?), che rovini i fiori, l’orto o che dia fastidio a qualcuno.

Fortunatamente sempre più canili e volontari non affidano cani da tenere a catena, chiarendolo fin dall’inizio con i futuri padroni e riportandolo come condizione nel modulo d’affido. Se qualcuno sgarra, il cane torna indietro! Ma non basta: ci sono cani che da anni vivono incatenati, relegati in un angolino con pochi metri di catena. Una vita che non é vita.

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No alla vivisezione

Sesto rapporto europeo sulla vivisezione: quasi 12 milioni gli animali rinchiusi nei laboratori.

La Commissione Europea ha pubblicato il sesto rapporto “2008″ sui dati statistici relativi al numero di animali utilizzati a fini sperimentali. Ne sono stati calcolati quasi 12 milioni….

Dodici milioni di cavie da laboratorio… una enorme, intera metropoli rinchiusa in gabbia per subire ogni genere di tortura. Fra questi: 21.000 cani, 330.000 conigli e oltre 9.000 scimmie – il 56% delle quali catturate in giovanissima età allo stato selvatico, spesso alle Mauritius, distruggendo per lo scopo interi nuclei familiari al prezzo di 2.600 sterline. Orrore allo stato puro, insomma, che fa levare un urlo di vergogna. Eppure il dato è solo parziale: secondo la Direttiva europea 86/609 – nella sua formulazione precedente il testo revisionato l’8 settembre scorso – infatti, solo gli animali vertebrati adulti possono rientrare nel triste computo. Invertebrati e bestiole già soppresse non vengono considerate pertanto utili ai fini della “statistica”.

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News No alla vivisezione Proteste e manifestazioni

Montichiari, 6 novembre. Uniti contro Green Hill.

Amareggiata ma non delusa. Così si può sintetizzare il mio stato d’animo riguardante la giornata di ieri, 6 novembre, in cui molti di noi si sono riuniti a Montichiari (sede dello stabilimento di “Green Hill”) per manifestare contro un abominio che nel duemiladieci ancora viene perpetrato in quello che si definisce un paese civile: la vivisezione.
Amareggiata perchè certe frange politiche estremiste infiltrate nella folla hanno tentato di creare scompiglio fra i manifestanti, rischiando di minare la serietà della manifestazione e mandare a monte quello che era un momento pacifico, apolitico e dedicato solo a loro: le duemilacinquecento anime rinchiuse negli stabulari dei vivisettori, condannate ad una lenta e silenziosa tortura, che vede la morte come unica via di liberazione.
Tuttavia,