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Il grande cuore di Dorothy.

Su National Geographic c’è una foto che Monica Szczupider aveva scattato in una riserva del Camerun nel centro di Sanaga Yong, dove accolgono le scimmie maltrattate e i piccoli che hanno perso le rispettive madri uccise dai cacciatori.

La foto mostra un gruppo di scimpanzé che si è accalcato dietro i fili che delimitano la riserva, come se volessero rendere omaggio alla loro leader Dorothy che, adagiata su un lenzuolo posto su una carriola, è portata alla sepoltura dalla fondatrice del Centro dott. Sheri Speede e da uno dei volontari che operano in questa riserva. Si tratta di uno scatto davvero straordinario.
Quando la madre fu uccisa da un cacciatore, Dorothy venne venduta a un parco del Camerun, uno di quelli dove si costringono gli animali a fare di tutto. e passò venticinque anni incatenata, derisa, sgridata, percossa, costretta a bere birra e fumare sigarette per il divertimento del pubblico.
Non pensate che gli scimpanzé non provino nulla. Sono i nostri cugini più prossimi: soffriva e capiva che la vita doveva essere qualcos’altro.
Nel 2000, malata, obesa a causa della dieta cui era costretta e dalla mancanza di movimento, fu portata nel centro camerunense dove trovò altri primati come lei. Quando la sua salute migliorò, adottò Bouboule, un piccolo scimpanzé e divenne la compagna di Jacky, il maschio alfa.

Il suo cuore però era malato e quando il 23 settembre 2008, Dorothy è morta per insufficienza cardiaca, alcuni animali hanno avuto una reazione aggressiva, altri erano di una tristezza inconsolabile. La cosa più impressionante, racconta la fotografa Monica Szczupider, è stato il silenzio – e gli scimpanzé sono tutt’altro che animali silenziosi – un silenzio ricorrente che attraversava le giornate del gruppo, dopo la morte di Dorothy.

Questa immagine dovrebbe far riflettere tutte quelle persone, compresi valenti scienziati, che sostengono che emozioni “umane” siano impossibili per altre specie che non siano quella umana.

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