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Gli animali

[Gatto] Stress da veterinario.

Le persone e i gatti sono sempre più simili tra di loro.

Ogni giorno si scoprono lati del carattere del micio che assomigliano moltissimo a quelli dei loro padroni. Anzi, spesso gli animali di casa finiscono con l’acquisire proprio le medesime abitudini di chi li accudisce.

Purtroppo i gatti prendono anche alcuni dei nostri vizi, ad esempio la tendenza a mangiare troppo e quindi ingrassare. E anche le nostre “malattie”. Infatti anche i gatti soffrono di ipertensione.

La prestigiosa rivista “Journal of Veterinary Internal Medicine” ha pubblicato uno studio che dimostra come la pressione del sangue del gatto aumenta in modo significativo ogni volta che viene sottoposto alla visita dal veterinario, proprio come capita alle persone che devono recarsi all’ospedale per degli esami clinici.

Cerchiamo di capire il perché.

Andare dal medico non piace assolutamente a nessun micio. Sono davvero pochi quelli che accettano tranquillamente di essere visitati ma per la maggior parte di loro si tratta di un’esperienza da dimenticare. Dal veterinario il gatto viene manipolato da una persona estranea, i cui movimenti sono energici e decisi, gli viene aperta la bocca con la forza per controllare lo stato dei denti, gli viene misurata la febbre, ispezionate le orecchie e spesso gli viene anche praticata una iniezione. Si sente perciò in trappola, vittima di un sopruso al quale cerca in tutti i modi di ribellarsi. A volte capita che reagisca con inaspettata violenza. Nell’ambulatorio del veterinario allora, un gattino di pochi chili si può trasformare in una furia dotata di incredibile forza fisica. Si mette a soffiare, a miagolare in modo straziante, si divincola, graffia e cerca di mordere. Un amico veterinario mi ha raccontato che una volta una gatta persiana di nome Dolly ha seminato il terrore nel suo studio. Era inferocita come una tigre e i suoi due padroni non sono riusciti a tenerla ferma. Per poterle fare la vaccinazione si è dovuto metterla in una gabbietta e poi schiacciarla contro le sbarre con un secchio per immobilizzarla i pochi secondi necessari alla puntura. Ho sentito anche di veterinari morsi in modo serio oppure graffiati senza pietà da gatti docili tra le mura domestiche ma indomabili e selvaggi sul lettino dell’ambulatorio.

Questi episodi confermano ancora una volta che il gatto non si fa mettere sotto da nessuno, che il suo carattere è fiero e battagliero.

Purtroppo portare il proprio animale dal veterinario è una cosa necessaria. Non solo ogni volta che qualcosa nella salute del micio non ci convince, ma anche per l’appuntamento annuale con la vaccinazione. E se per il nostro piccolo amico la visita dal dottore è una tragedia, bisogna ingegnarsi per rendergli la cosa il meno sgradevole possibile.

È importante parlargli dolcemente, accarezzarlo e cercare di calmarlo con la nostra presenza. Ma è indispensabile mostrarsi sereni e rilassati. Se siamo preoccupati che il micio possa spaventarsi o possa soffrire, ci agitiamo forse più di lui con il risultato di peggiorare le cose. Il gatto legge sul nostro viso l’ansia e si spaventa perché perde tutti i punti di riferimento. Se infatti vede che anche noi abbiamo paura, può credere che stia per succedere qualcosa di terribile. Diventa nervoso, irritabile e intrattabile. Questa è la ragione per cui alcuni veterinari non vogliono che i padroni stiano a fianco dell’animale sottoposto alla visita: sanno che lo innervosiscono inutilmente.

Ma se ci costringiamo alla calma, tentando di non far trasparire i sentimenti ma mostrandoci invece tranquilli, diamo al gatto un messaggio che significa: “Va tutto bene!”. Certo, quando sarà tra le mani del veterinario forse sarà teso e contrariato ma continuando a guardarci sereni sopporterà da bravo paziente la visita.

In ogni caso è sempre meglio abituare il micio fin da cucciolo al dottore. Quando è ancora piccolo, lo si deve portare in ambulatorio un paio di volte, prima della visita vera e propria, solamente per fargli prendere confidenza con l ’ambiente e fare amicizia col veterinario.

Roberto Allegri

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