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Lancillotto attraversa la città per ritrovare la sua Ginevra!

Ginevra e Lancillotto – una gatta tigrata lei, un micione dal pelo rosso lui – condividevano una vita da “trovatelli”. Se ne stavano ad oziare – beatamente appollaiati nella loro colonia felina genovese -, esploravano la città zampettando tra i carrugi, si strusciavano sulle gambe dei volontari che li accudivano. Inseparabili, le loro giornate erano scandite dalla forza di un legame speciale; intenso quanto quello che unisce gli uomini. Ma la vita da randagi non è fatta soltanto di libertà. E così in un giorno d’autunno Ginevra si ammala: la gatta perde peso a vista d’occhio, diventa magrissima. Anna, una volontaria Enpa che si prende cura di lei, decide che non c’è tempo da perdere: l’animale, deve essere immediatamente ricoverato presso la struttura gestita dalla Protezione Animali genovese a Bolzaneto. Quel triste giorno la volontaria Enpa non fa troppo caso a un micione rosso che, con lo sguardo spaesato, segue la sua Ginevra mentre viene portata via. In fondo, pensa Anna, questo gatto sembra in salute e non c’è motivo di toglierlo al suo ambiente. Passa il tempo – circa tre settimane – e la salute di Ginevra inizia, sia pure lentamente, a migliorare. Certo, d’ora in poi non potrà più vivere da trovatella e avrà bisogno di cure e attenzioni particolari ma il peggio è passato. La convalescenza della gatta prosegue senza complicazioni finché, una mattina, un’altra volontaria – Elisa -, inizia a notare un micio dal pelo rosso che aveva preso l’abitudine di starsene accoccolato di fronte al giardino del centro veterinario, proprio dove era ricoverata Ginevra. Immobile, l’animale fissa la porta di ingresso. Sulle prime Elisa crede che il felino, affamato, fosse venuto a chiedere un po’ di cibo. Ma deve ricredersi: Lancillotto rifiuta di mangiare e continua a non spostarsi di un centimetro dal suo “posto di osservazione”. Pensando all’ennesimo caso di abbandono, Elisa si consulta con Anna per decidere il da farsi. Ed è proprio in questo momento che la volontaria Enpa, si ricorda di quando aveva soccorso Ginevra e di quel gatto dal pelo rosso che, con lo sguardo spaesato, seguiva seguiva la sua “amica” mentre veniva portata via. Compresa la situazione Anna non esita e apre la porta del centro veterinario. Con un balzo degno della sua specie, Ginevra si lancia attraverso il giardino, zampetta veloce sull’erba e in un attimo raggiunge la rete di recinzione dove saluta il “suo Lancillotto” con un profluvio di fusa. “Pur di raggiungere la sua compagna di vita – spiega Rosanna Zanardi – presidente dell’Enpa di Genova – Lancillotto ha sfidato il traffico caotico della città. Ha schivato automobili, motociclette e pedoni; ha attraversato passaggi pedonali e incroci; guidato dal suo istinto felino e da quel sentimento di amore, che a torto riteniamo essere prerogativa esclusiva degli uomini, ha percorso più di 4 chilometri.”

Ma la storia di Ginevra e Lancillotto non finisce con il loro ritrovarsi; all’interno di questo lieto fine ce n’è un altro, altrettanto sorprendente. Ginevra, infatti, non è più in grado di vivere da trovatella. Ha bisogno della calore e della tranquillità di una casa, di una famiglia affettuosa che la accudisca e si prenda cura dei suoi acciacchi. Ma come fare con Lancillotto? I volontari di separarli non se la sentono, anche se sono consapevoli che trovare qualcuno disposto ad adottare entrambe gli animali non è impresa agevole. A compiere il miracolo è proprio l’intensità del legame che unisce Ginevra e Lancillotto. Un legame così forte da conquistare il cuore di Carlo, un impiegato di Torriglia (Genova), che non ci pensa due volte ad aprire le porte della sua casa ai due gatti. Che qui vivranno, senza ombra di dubbio, felici e contenti.

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