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No alla caccia

Il mondo dei cacciatori. La testimonianza di un “pentito”.

Credo che non ci sia niente di male a rinnegare una scelta di vita consolidata e seguita alla lettera per anni.
Parlo di rinunciare ad essere cacciatore ed appendere i fucili al chiodo.
Penso che sia davvero una mossa coraggiosa riuscire a ribaltare qualcosa del comportamento che in momenti particolari della propria esistenza abbia condizionato il nostro percorso esistenziale. Gli amici, i parenti, i familiari, l’ambiente sociale in cui siamo inseriti esercitano delle pressioni fortissime che quasi ci obbligano ad atteggiarci in certa maniera anziché in un’altra. Il condizionamento rappresenta il confine fra l’essere escluso ed il partecipare: la frontiera fra il condividere e la solitudine.
Spesso certe scelte sono quindi obbligatorie, particolarmente in quelle piccole realtà sociali dove sei esposto al giudizio di tutti e dove il comportamento deviante salta all’occhio troppo evidente ed offende il patrimonio culturale di tutti.