D: ho una cucciola di dalmata di quasi un anno ed è da qualche giorno che si comporta in modo strano..cioè non gioca più come prima, non tocca più il suo cibo e di cibo cucinato ne mangia poco. Dorme quasi sempre e ha uno strano modo di stare in posizione seduta (come se le ossa vicino alla coda le facessero male). Quando dorme a volte trema. A settembre l’abbiamo fatta sterilizzare. Non so che le succede: mi può aiutare?
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In tutti i tempi gli uomini più profondi hanno avuto compassione degli animali, proprio perché essi soffrono della vita, ma non hanno la forza di rivolgere la punta del dolore contro se stessi e di comprendere metafisicamente la loro esistenza; il vedere il dolore senza senso suscita anzi ribellione nel più profondo dell’anima.
Friedrich Nietzsche, Schopenhauer come educatore, 1874
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Gli elefanti possono imparare, imitare, giocare, avere senso dell’umorismo, essere altruisti, usare strumenti, provare compassione e rabbia. Di fatto, l’elefante è considerato intelligente quanto i cetacei e i primati, visto e considerato che la loro struttura cerebrale ha aspetti comuni a quella di esseri umani, delfini e balene.
È ormai ben noto che gli elefanti sono animali estremamente intelligenti. Un cervello da 5 chilogrammi deve pur servire a qualcosa, dopotutto. Ma la massa cerebrale non comporta necessariamente la nascita di comportamenti complessi, se non addirittura molto simili a quelli umani.
Cristina ha sempre creduto in due cose nella sua vita: nell’amore infinito per i gatti e nella magia…bianca.
Amava i gatti fin quando i suoi teneri piedini hanno solleticato il pavimento per la prima volta, c’era un bel micione color della crema accanto a lei…quasi piu grande di lei, si chiamava Sofia.
E anche quando si recava a scuola la mattina, mentre l’inverno si impossessava dei dintorni con le sue manine di neve, tanti bei mici la scortavano lungo il tragitto da casa; non le appartenevano, ma li sentiva suoi, per una sorta di affinità elettiva che avvertiva verso i loro occhioni di cristallo e quelle codine appuntite che si attorcigliavano alle sue piccole dita.