Allarme Nutrie: disponibili i primi risultati del metodo di contenimento tramite sterilizzazione. La LAV plaude ad una ricerca che salverà la vita a migliaia di animali
Le nutrie, animali sudamericani introdotti in Italia per essere allevati dall’industria della pellicceria, sono tra gli animali selvatici più sfortunati: fino agli anni ’80 del secolo scorso sono state massacrate per il loro manto, ora vengono additate quali responsabili del dissesto idrogeologico in ogni angolo del nostro Paese. Con la conseguenza che vengono uccise a migliaia: fucilate, annegate, avvelenate, bastonate, la fantasia umana non ha limiti quando deve accanirsi contro un capro espiatorio. Le amministrazioni locali le indicano quali responsabili dell’indebolimento degli argini dei fiumi. Le loro tane, si dice, mettono a rischio la solidità dei manufatti con conseguente aumento del pericolo di inondazioni. Eppure le evidenze scientifiche indicano, come nel caso dell’alluvione del Veneto del novembre scorso, che il problema sia da ricondurre ad eventi atmosferici di eccezionale entità, che hanno fortemente indebolito e a volte addirittura tracimato, le strutture arginali. Nonostante tale evidenza, le nutrie continuano ad essere vittime di un massacro quotidiano e le inondazioni continuano puntualmente a ripetersi, testimoniando l’evidente inutilità dell’uccisione di migliaia di animali che, anche sul piano etico, dovrebbe far inorridire senza riserve.