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Gli animali si drogano?

Sì, ma quasi sempre le sostanze che assumono hanno anche altre funzioni (per lo più depurative) e lo sballo è solo un “effetto collaterale”. I gatti, per esempio, vanno matti per l’erba gatta: il nepetalattone in essa contenuto è analogo ai feromoni sessuali e quindi li eccita, ma ha anche un’azione antimicrobica. Analogamente, i giaguari dell’Amazzonia mangiano la corteccia di una vite selvatica che contiene un agente allucinogeno, ma lo fanno perché la stessa molecola ha anche un effetto purgante e antiparassitario. I lemuri del Madagascar invece mangiano alcuni millepiedi che secernono un narcotico, antiparassitario.

Uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science, ha trovato il più incallito bevitore al mondo. Lo ptilocerco della Malesia (Ptilocercus lowii) assomiglia molto a un topolino o a un piccolo scoiattolo e si nutre soprattutto del nettare fermentato dei fiori di una palma, ingurgitando ogni giorno l’equivalente in alcol di 9 bicchieri di birra: una quantità impressionante, soprattutto se si tiene conto delle sue piccole dimensioni. Tuttavia non mostra mai segni di ebbrezza: a quanto pare il suo metabolismo è capace di neutralizzare l’alcool molto velocemente. Amano l’alcol anche i cercopitechi che vivono sulle isole di Saint Kitts (nei Caraibi), con effetti del tutto diversi però: possono diventare dei veri e propri alcolisti e alcuni di loro si avvicinano addirittura ai pub locali, in cerca di rum.

Alcuni animali sembrano bere alcol proprio con l’obiettivo di sbronzarsi. È il caso degli elefanti, che date le dimensioni, da ubriachi sono pericolosissimi. In India sono frequenti le incursioni di elefanti nelle regioni di Assam e Meghalaya, dove sono concentrati i produttori di birra di riso: dopo aver vuotato le giare di birra, distruggono tutto ciò che incontrano sul loro cammino! Gli elefanti africani invece vanno su di giri quando mangiano i frutti fermentati, perciò alcolici, della marula (Sclerocarya birrea) con cui gli uomini producono il buganu, il vino della savana. Un elefante alticcio agita le orecchie, scuote la testa, barrisce a più non posso, barcolla e dimena la proboscide. All’ultimo stadio, le ginocchia non lo reggono più e cade a terra con un grande tonfo. Secondo Ronald Siegel, psicologo dell’Università del Minnesota (Usa), gli elefanti si ubriacano di proposito, più frequentemente quando sono sottoposti a stress, come in caso di sovraffollamento.

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