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News No alla vivisezione Proteste e manifestazioni

“Contro la vivisezione targata Ue” Migliaia in piazza: è il popolo web.

La direttiva europea che consente esperimenti sugli animali, persino i randagi, ha suscitato sdegno e rabbia. Grazie soprattutto a internet, la protesta si è allargata a migliaia di persone, come racconta Fabrizia Pratesi (Equivita).

Quindici minuti di silenzio virtuale su Facebook (nessuno ha scritto sulle proprie bacheche)  e tante ore di rumore in piazza: è la protesta contro la vivisezione che ambientalisti e cittadini qualunque hanno messo in scena a Roma. Vengono da tutta Italia e ce l’hanno con l’Unione europea: la direttiva dell’8 settembre, quella che autorizza la vivisezione e la allarga anche ai cani e gatti randagi, proprio non la possono mandare giù.

Un dissenso che è partito già nell’aula dell’Europarlamento, quando quaranta parlamentari si sono alzati in piedi in segno di protesta. E che sta dilagando sul web, grazie soprattutto ai social network.

Questo sabato di stand up for pets ha preso il via da piazza della Repubblica alle 15; verso le 17,30 i manifestanti hanno iniziato a raggiungere piazza del Popolo e qui hanno ingrossato le fila. “Siamo davvero tantissimi”, racconta in presa diretta Fabrizia Pratesi di Equivita. Lei che dalla parte degli animali si schiera da sempre è entusiasta per come è andata la manifestazione ultrapacifica: “Da dentro è difficile contarci ma secondo me saremo quindicimila. La cosa più bella è che qui più che ambientalisti doc si vedono soprattutto giovanissimi, facce belle e pulite. Perché diciamolo, qui c’è il popolo di internet che sta dicendo in gran numero il suo no”.

Purtroppo nel parlamento italiano siamo “orfani dei Verdi”, racconta Fabrizia, anche se in piazza la vecchia guardia ambientalista non ha certo lasciato il banco vuoto. Ma più che al governo e prima ancora che alla politica del belpaese i partecipanti si rivolgono all’Europa, lo fanno mettendosi in rete come cittadini, prima ancora che arrivino i partiti. “Abbiamo anche pensato che questa direttiva potrebbe essere la prima occasione per usare uno strumento che finora è rimasto inutilizzato, la proposta di legge di iniziativa popolare prevista dal Trattato Ue”.

Doveva essere “Fermate Green Hill”, l’allevamento italiano di beagle, ed è diventata “Fermate la vivisezione”. E’ cresciuta su internet, è una manifestazione senza padroni, anch’essa un po’ randagia, quella di oggi. Lo scopo è schierarsi in difesa di cani e gatti che, con la sola colpa di girare per strada, potrebbero finire sotto un bisturi o nell’occhio del microscopio.

di FRANCESCA DE BENEDETTI

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