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“Se l’aquila ha vinto, noi abbiamo perso” (di A. Tomassini)

Quanto segue è l’opinione personale di Antonella Tomassini, che ha voluto condividerla con noi. Se anche tu vuoi contribuire con un articolo, scrivi a [email protected] oppure mandami un messaggio privato su facebook.

Si chiama Olimpia l’aquila reale americana, esemplare maschio, diventata mascotte della Lazio. Ha solo 5 anni (la specie può vivere sino a 80), pesa 12 kg, ha un’apertura alare di due metri e mezzo, si ciba di pollo, salmone o coniglio una volta al dì e a settembre 2010 ha firmato un contratto da circa 125mila euro, spese comprese. È diventata subito una diva, i tifosi hanno addirittura pensato che lo show di Olimpia fosse propiziatorio al successo e al risultato della squadra. E infatti, su youtube e sui vari siti internet, la nostra cara aquila ci appare come un vero simbolo per gli amanti della Lazio.


Ma la realtà qual è? Che gli animali non si toccano o che il calcio non si tocca?

Continuiamo a informarci sul caso.

Il capo falconiere Juan Bernabé afferma che “la casa” di Olimpia è un autentico albergo a cinque stelle. Il team manager Manzini dichiara: «Ha una stanza esclusiva per le giornate piovose e un veterinario privato a disposizione». È quest’ultimo l’unico italiano dello staff che segue Olimpia: i 3 falconieri sono spagnoli e fanno parte della Eagle & Victory Srl, società che l’ha acquistata per 7.500 euro. Racconta il capo falconiere Bernabé: «Tutti i club che hanno ammirato il volo al Da Luz (Portogallo) sono rimasti impressionati. Così la Lazio ci ha contattato per riproporre l’esibizione all’Olimpico». Lotito, dopo una campagna abbonamenti flop, ha trovato lo stratagemma «per riavvicinare il popolo laziale alla squadra». E c’è riuscito dopo aver ammirato Vitoria e Glorioso i due volatili che planano al Da Luz, stadio del Benfica, proprio grazie a Juan Bernabé. Col club lusitano il falconiere ha un contratto quasi identico a quello biancoceleste: 5 mila euro per ogni volo e altri 5 mila al mese per le foto e i diritti d’immagine. A Roma li ha ceduti alla Lazio, che ora sta programmando persino un futuro di visite guidate al centro sportivo. Spiega l’Assessore all’ambiente Fabio De Lillo, che si è opposto alle proteste della Lav e dell’onorevole Cirinnà: «Grazie a Olimpia ci sono circa 7mila bambini in più allo stadio e il mondo animale dunque non viene dimenticato». La Lazio ha infatti firmato un accordo con l’associazione “Recupero della Fauna Selvatica”. È partita una raccolta fondi, alla quale hanno già aderito anche i giocatori biancocelesti, e ogni volta che un volatile sarà salvato verrà liberato all’Olimpico oppure a Formello direttamente dai tifosi. Dice la leggenda: se l’aquila completa i tre giri, si vince di sicuro. Al suo primo volo, si è limitata a un giro e mezzo, al secondo ne ha fatto uno in più, la domenica successiva si è concessa una pausa. Va detto che all’Olimpico si allena solo una volta a settimana. A Formello invece plana per tre ore al giorno sulle note dell’inno biancoceleste. [1]

L’aquila un portafortuna di cosa? Forse siamo tornati a credere alle superstizioni dei nostri avi?

Questo caso ha alimentato le polemiche con gli animalisti, ma sembra che l’aquila continuerà a volare sullo stadio, con il suo bel costume biancoceleste.

Il suo debutto, avvenuto  prima della partita contro il Milan nel turno infrasettimanale di Serie A, ha fatto discutere per mezzo degli animalisti della LAV.

Gianluca Felicetti, presidente della Lega antivisisezione, criticando l’iniziativa dichiarò in quell’occasione:

La Lazio annuncia il volo di un’aquila sullo stadio Olimpico ma è vietato dal regolamento del Comune, possibile il reato di bracconaggio. Intervengano il corpo forestale e la polizia. Inoltre deve essere verificato se l’animale è entrato in Italia con le necessarie certificazioni e se viene detenuto secondo le norme minime vigenti.”

Ed aggiunse: “La Lazio dovrebbe incentivare la presenza dei tifosi con altre iniziative, ad aiutare le aquile minacciate dalla caccia illegale, dalla violazione delle aree protette e dall’inquinamento.” [2]

 

Accusa di bracconaggio, si pensò. Oggi Olimpia lavora ancora per la Lazio.

Infatti, si legge che le ali dell’aquila non saranno tarpate, malgrado la richiesta di sospensione avanzata dalla Commissione Ambiente Comune di Roma nella persona dell’onorevole Monica Cirinnà, consigliere comunale ed ex delegato all’Ufficio “Diritti Animali” nel corso della legislatura Veltroni, che considera tale azione opera di bracconaggio. L’incontro con l’assessore all’Ambiente Fabio De Lillo ed il delegato allo sport Alessandro Cochi, presso gli uffici siti in Largo Loria 3, non hanno portato a termine la fine dello show.

Da un lato l’accusa da parte dell’onorevole Cirinnà, che lo spettacolo tanto amato dai tifosi laziali sia opera di bracconaggio: “Al di là delle polemiche causate dai giornali non è mia intenzione contrastare il presidente Lotito – esordisce Cirinnà -. Esiste, però, un regolamento scritto riguardante la tutela degli animali selvatici, per cui non è mai stata presa in considerazione la possibilità di vedere un’aquila volare su un contesto pericoloso come quello dello stadio. La mia preoccupazione è che venga lanciato un messaggio negativo, che inciti al maltrattamento degli animali. Ciò che si vede la domenica all’olimpico si scontra nettamente con quello che dice il regolamento, e l’aquila addestrata rappresenta il polo opposto della libertà per cui è nata. Ed inoltre, nessuno mi assicura che lo spettacolo offerto dall’animale non sia a scopo di lucro”.

Dall’altro lato la difesa da parte del comune di Roma secondo cui ci sarebbero tutti i permessi, anche dal corpo forestale, per chiedere all’aquila di innalzarsi ancora. L’assessore De Lillo, affiancato dal Team Manager biancoceleste Maurizio Manzini, afferma: La S.S. Lazio voleva effettuare in modo limpido l’esibizione dell’aquila, ma per mancanza di documentazione abbiamo rilasciato i permessi soltanto a partire dalla gara tra Lazio e Milan. Abbiamo parlato con Manzini che ci ha fornito i certificati di acquisto e di sanità dell’animale – spiega De Lillo –. Abbiamo dedicato tre giorni alla verifica dei documenti insieme a Lotito e allo stesso Manzini. La Cites ha approvato e ritenuto l’aquila adatta a compiere una tale esibizione, solo, però, nel contesto romano. Il prefetto e il corpo forestale hanno lasciato al comune di Roma la responsabilità della decisione , ed io stesso ho voluto apportare una deroga al regolamento. Grazie all’iniziativa, ci sono circa 7000 bambini in più allo stadio, e credo che questa sia la buona occasione per far si che il mondo animale non venga dimenticato. Inoltre, tifosi e giocatori sosterranno anche economicamente le iniziative contro il bracconaggio e il recupero della fauna”.

Lo stesso De Lillo, si assume la responsabilità dello show dichiarando: “In regime democratico è giusto ascoltare tutte le componenti. Ma alla fine la decisione spetterà solo al sottoscritto”. “Secondo voi, un bambino dopo aver assistito a questo tipo di performance dell’aquila allo stadio proverà sentitimenti di odio o di amore verso gli animali?”, si chiede De Lillo. [3]


Ma forse siamo figli della retorica?

Olimpia continuerà a volare, la conferma è arrivata direttamente dallo stesso Manzini: “E stata una vera battaglia, ma alla fine l’aquila ha vinto”.

Noi, ambientalisti, invece abbiamo perso. Ma non la battaglia. Solo una partita.

Liberiamo Olimpia

Di Antonella Tomassini

 

Fonti:

[1]: mylazio.net
[2]: onecalcio.it
[3]: lalaziosiamonoi.it

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