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“Che gran casino” Pepito!

Pepito arrivò a casa di nonno Luigi cinque anni orsono.

L’anziano  signore aveva bisogno di compagnia, rimasto vedovo  da dieci anni e con l’unica figlia sposata e residente a molti km di distanza, non se la passava molto bene.

L’uomo, benché vispo e dalle buone maniere aveva, sfortunatamente, anche qualche acciacco alle gambe che gli impediva di tenere ancora con sé un cane come in passato aveva sempre posseduto: inseparabile dal suo bracchetto Elmo, come dal labrador Teo.

Portalettere per tutta la sua vita lavorativa, Luigi trovava tedio in quelle lunghe giornate da pensionato che sia assolate di lavanda e colori estivi, sia uggiose di noia invernale, lo intristivano come non mai.

Il Calopsitte dalle guanciotte di caramella arrivò in una gabbietta azzurra tra i doni di quel lontano Natale del 2007. La figlia e suo marito avevano tanto cercato un animaletto che potesse essere di facile gestione per il simpatico vecchietto e fortunatamente un centro di recupero Zoofilo nella zona aveva quello che faceva per loro..I biologi e veterinari che si occupavano della parte ornitologica dell centro, dopo un’approfondita indagine sulla natura del loro interesse, procedettero con un’adozione che meglio non poteva attendere.

Quel pappagallino sembrava l’ideale: sicuro di sé e dall’atteggiamento irriverente, proprio quello che ci voleva ad animare i giorni spenti di Luigi.

Quando l’anziano scoperse la gabbietta, nascosta da un drappo blu decorato con pannocchiette zafferano, l’uccellino lo fissò diritto negli occhi e, dondolando, si presentò così: ” Luigi, Luigi che gran casino!!”una macchietta irresistibile.

Il Calopsitte non fece altro che suonare i suoi gorgheggi e ripetere la frase che, chissà da chi aveva imparato, per tutto il giorno e i giorni, le settimane a venire, era tranquillo e prese spazio nella nuova casa come se conoscesse quell’ambiente da sempre.

Ci fu immediata sintonia tra l’umano e il pappagallino. Immediata intesa.

Luigi non era preparato al nuovo arrivato, ma si erudì ed imparò tutto quello che bisognava sapere.

Pepito era un uccellino simpatico, con un grande senso dell’umorismo: si nascondeva nei cassetti e nei vasi quando l’anziano lo lasciava libero di svolazzare per casa,  stava in silenzio, facendo disperare il pover’uomo finchè questi non capì che quel monello di Pepito adorava tamburellare con il becco sui mobili così gli bastava bussare con qualche colpetto di nocca sul tavolo o sulla credenza che dal suo nascondiglio, Pepito rispondeva a sua volta. Non solo, essendo Luigi abbastanza distratto, spesso gli capitava di combinare pasticci come rovesciare piatti di minestra o cibo, far cadere oggetti e di tutto un po’, Pepito allora gli svolazzava intorno ripetendo, appunto, a pappagallo: “Luigi, Luigi che gran casino!!” eh si lo prendeva decisamente in giro!

Erano una strana coppia: Luigi insegnava a Pepito a parlare e il pappagallino che la sua casa poteva avere ottocentomila nascondigli.

Viveva pressoché sempre fuori dalla gabbietta in cui si rintanava solo per dormire o quando veniva chiuso perché Luigi doveva fare prendere aria alla casa.

Una simpatica coppia direi!! Facevano la merenda con gli stessi cereali, guardavano la tv, con svariati ed inopportuni commenti di Pepito, e si volevano un mondo di bene. La vita di Luigi era diventata un allegro fumetto!

Fino a che, quel giorno, la finestra fu aperta e il Calopsitte volò via. Gettando nella disperazione l’anziano che mobilitò tutto il paese per ritrovarlo: volantini, comunicati sui giornali locali, persino su internet con l’aiuto della figlia. Ma niente.

Del pappagallino nessuna traccia.

Passarono tre giorni. Che speranze potevano esserci?

Beh qualcuna di sicuro, perché proprio dopo aver visto uno dei volantini con cui era tappezzata mezza provincia, un uomo, di rientro dal lavoro, notò una pallina di piume gialla e grigia, nascosta tremante tra i rami del suo melo nano, in giardino.

Come autentici 007 lui e la moglie riuscirono ad acchiapparlo.

Lo portarono immediatamente all’ufficio Enpa della zona che attraverso il chip riuscì a contattare lo sconfortato Luigi: ormai aveva perso ogni speranza.

L’anziano corse immediatamente, per quanto le sue gambe acciaccate gli permettessero, a riprenderlo.

L’uccellino, infreddolito e spaventato non appena vide il suo padrone svolazzò sulla sua mano.

Davanti agli occhi commossi e divertiti dei presenti Luigi e Pepito si scambiarono uno sguardo intenso.

“Luigi, Luigi che gran casino!!!” eh si proprio un gran casino, persino il pappagallino se ne era accorto..

Ma per fortuna anche questa storia finì bene.

Da quel giorno Pepito non tentò più la fuga ma continuò a nascondersi nei luoghi più impensati e a fare ogni sorta di dispetto come un bravo pappagallino può fare.

Luigi mise le protezioni alle finestre..


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By Marzia Fabiana Vico

Mi chiamo Marzia Fabiana Vico e sono una scrittrice ed illustratrice free lance. Vegana, assolutamente. Laureata in Psicologia nel 2007 presso l'Università degli Studi di Pavia, ho incontrato la magia nei miei viaggi, la terra ha un sapere mai detto che basta cogliere in un frammento per essere svelato...Vivo nella terra di mezzo con saltuari passaggi in quel di Pavia. Ho pubblicato con Perrone editore opere in raccolta: La Gola (2009), La Lussuria (2009), Tramonti di ruggine (2010). Con Poesiaèrivoluzione opere in raccolte: La Maschera (2011), La Libertà (2011). In arrivo nuove pubblicazioni... Quando non scrivo mi occupo di incantesimi, pozioni e incontri con creature di altre dimensioni...

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