Di Umberto Veronesi. Si è da poco conclusa la Settimana internazionale del vegetarianesimo, che si celebra ogni anno in tutto il mondo la prima settimana di ottobre e che vede l’Italia in prima linea.
Il nostro, infatti, è il Paese europeo con il più alto numero di vegetariani: circa il 10 per cento della popolazione, con una netta prevalenza femminile. Questa scelta non è solo un’opzione alimentare, ma una vera filosofia di vita.
È basata essenzialmente su motivazioni etiche e ambientali, che ben si conciliano con quelle della salute. Tolleranza e rispetto sono principi che oggi si applicano ai rapporti tra tutti gli esseri viventi.
Sempre più persone amano gli animali e si rifiutano di ucciderli e mangiarli. Parallelamente, si sta diffondendo l’idea di un’alimentazione responsabile e la consapevolezza del ruolo giocato dal consumo di carne negli squilibri alimentari del Pianeta: all’allevamento del bestiame, infatti, vengono dedicati ettari di terreno che potrebbero essere coltivati a cereali e dare cibo a milioni di sofferenti.
Infine, ridurre il consumo di carne fa bene alla salute: i vegetariani vivono più sani e più a lungo. È scientificamente provata una correlazione tra diete ricche di grassi saturi (di origine animale) e molte malattie gravi, tra cui alcuni tumori.
Ma è giusto, per esempio, eliminare la carne dalla dieta dei bambini? C’è il timore che vengano a mancare alcune sostanze indispensabili per la crescita, ma la scienza ci rassicura: si può trarre dal mondo vegetale un’alimentazione ricca, in grado di far crescere i bambini sani e robusti.
Inoltre, educare i bambini a mangiare in questo modo è come dotarli di una difesa duratura contro molte malattie. Non dimentichiamo che i vegetariani sono dal 20 all’80 per cento più protetti da malattie cardiovascolari, il 40 per cento più al riparo dal cancro e dal 20 al 60 per cento dall’ipertensione.
I bambini che seguono un menù vegetariano si ammalano meno già all’asilo, perché hanno difese immunitarie migliori rispetto agli altri, caratterizzati da un’alimentazione che favorisce una risposta infiammatoria più marcata. Oltre a essere più sani, non sono affatto penalizzati rispetto ai loro coetanei, tant’è vero che hanno un quoziente intellettivo almeno pari al loro.
Se consideriamo gli indiani – la cui maggioranza, per motivi religiosi, non mangia carne – hanno un quoziente intellettivo superiore agli occidentali. Le ragazze vegetariane hanno in più il vantaggio di avere le prime mestruazioni più tardi rispetto alle onnivore e questo in età adulta è un fattore di protezione contro i tumori mammari.
Fonte: grazia.it