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IHP: un paradiso tra le colline fiorentine…

Ormai la maggior parte degli esseri umani occidentali ha perso i contatti con altri esseri viventi e la volontà di venirne a conoscenza, mantenendo a malapena la convivenza con gli animali domestici.

Purtroppo generalmente l’uomo quando si trova davanti al “diverso“ o allo “sconosciuto” maltratta, uccide o sfrutta. Sicuramente agisce così per ignoranza e, di conseguenza, per paura e per assuefazione alla violenza. O perché fa comodo. Proprio come è successo durante il periodo coloniale, con esseri della stessa specie; figuriamoci se si tratta di creature che non hanno né le stesse sembianze, né lo stesso linguaggio.

Il cavallo potrebbe rappresentare il classico esempio. Un animale grande, riservato e pauroso (data la sua natura di erbivoro). Dinnanzi a una creatura simile, l’uomo ha subito pensato ai vari utilizzi che poteva farne: trasporto a sella, attaccato, in guerra, per la caccia, per le scoperte geografiche e feste tradizionali. Poi quando sono arrivati i motori a sostituirli, i nostri amici non hanno comunque trovato pace: oltre alle feste tradizionali, si sono aggiunti i più vari e spericolati sport equestri e la vivisezione…infine per riciclare i cavalli anziani o malati diventati inutili, ecco che aprono le macellerie equine.

Clicca qui per visitare la fanpage di IHP!

L’irriconoscenza dell’uomo non finisce mai di stupire, però per fortuna c’è anche chi usa l’intelligenza e le doti umane in modo altruista.
Tutto ha inizio nella tenuta di Filicaja, a Montaione (FI) tra le colline e i vigneti, quando il conte Antonio Nardi-dei da Filicaja e sua moglie Marita decidono di salvare un gruppo di cavalli destinati al macello, dando vita a una fondazione dedicata a una delle loro stesse cavalle, Flaminia, uccisa da un cacciatore mentre pascolava.
Nel 2009, la fondazione Flaminia da Filicaja diventa Italian Horse Protection association (IHP), la quale lavora con una migliore organizzazione per espandere le azioni a un livello più ampio: è l’unico centro di recupero in Italia per equini maltrattati riconosciuto dal Ministero della Salute.

evelinaAttualmente l’associazione si occupa di mantenere un numeroso gruppo di equini maltrattati sequestrati dalle forze dell’ordine, molti dei quali sono adottabili a distanza. Per esempio, passeggiando tra i vigneti di Filicaja possiamo incontrare Evelina, simpatica vecchietta argentina salvata e recuperata da un lungo viaggio che la stava portando a un mattatoio italiano…poi Bardo, curiosissimo e intelligentissimo bardotto che non vede l’ora di conoscere e annusare e giocare con tutti i bipedi che incontra…per non dimenticare Libero! Il puledrino nato all’associazione da una cavalla sequestrata (mostrata anche a Striscia la Notizia) il quale, grazie alle cure e all’affetto dei volontari, è riuscito a sopravvivere. Ce ne sono tanti altri adottabili, tutti visibili qui.

Se questi animali si stanno riprendendo rapidamente dal loro tragico passato riacquistando la fiducia nell’uomo, il merito è di Irene (responsabile donazioni, adozioni, visite) e Sonny (responsabile organizzativo) che, aiutati da altri volontari, si occupano dell’aspetto etologico del mantenimento dei loro ospiti, i quali vivono all’aperto con i compagni tutta la giornata, come in natura. Infatti un altro obiettivo del centro è quello di educare chi è a contatto con i cavalli, diffondendo informazioni circa il loro comportamento, le loro abitudini e la corretta interazione uomo-animale, soprattutto attraverso i corsi di etologia tenuti da inseganti universitari e attraverso le visite scolastiche e private.

IHP ospita nei suoi pascoli anche diversi cavalli positivi all’AIE (anemia infettiva equina) informando il pubblico in modo corretto a proposito di questa malattia.
Ovviamente il team IHP cerca di combattere anche lo sfruttamento degli equidi, sia a livello economico che sportivo, avvalendosi della legge e attraverso le petizioni, sempre visibili sul sito web, come per esempio NOPALIO. Utilizzando questi strumenti per “incastrare” gli aguzzini degli equidi, è importante non comprare cavalli dal macello o da qualsiasi commerciante/allevatore per non incrementare questo sporco business.
Molto importante è anche precisare la coerenza di questi ragazzi speciali che si impegnano, inoltre, a diffondere uno stile di vita vegan.

Sicuramente c’è un modo possibile per aiutarli per ognuno di noi, come il fundraising, la pubblicità, il volontariato e le adozioni a distanza. Non dimentichiamoci che una delle gioie più grandi è quella provata nel donare senza avere nulla in cambio (solo qualche coccola a quattro zampe quando li si va a trovare, la ricompensa migliore).

Valentina


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By Valentina

Avvicinandomi agli altri animali, ho capito che il mondo non è della specie umana. L'uomo sta violentando la natura e la piega ogni volta sotto la sua volontà, soprattutto quando si tratta di esseri più deboli che non conosce.
Così a 12 anni ho sentito che la sofferenza non poteva più stare nel mio piatto, non mi si addiceva...a me l'ipocrisia non piace....
Intraprendendo il cammino "cruelty free" mi sono resa conto di quanti altri gesti quotidiani urtano l'incolumità dei più vulnerabili e che l'ignoranza (voluta dai produttori di dolore) circonda questi temi: serve tanta informazione. Senza dimenticare che aiutando gli altri, ci si prende cura anche di sé stessi: non c'è felicità più grande di quella che si prova nel fare del bene senza interesse.

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