Siamo ormai abituati a riconoscere il famoso coniglietto del cruelty free e ad associare tale simbolo ai marchi di prodotti non testati su animali. Ma è davvero così? NO!
Pian piano sono sempre di più le eccezioni:
- marche cruelty free acquistate da altre ditte non cruelty free,
- marchi associati anche alla produzione di medicinali (mai cruelty free, perchè obbligati per legge a svolgere il test su animali, sic!),
- marche che – nonostante siano certificate cruelty free – si scoprono finanziatrici della vivisezione!
Allora come scegliere in sicurezza?
Studiamo nel dettaglio cosa ci dicono le certificazioni cruelty-free a tal proposito.
Sulla guida BUAV le società acquisite da altre ditte non certificate vengono contrassegnate con un cancelletto. Purtroppo, nella lista generale presente sul sito invece tale nota ancora non c’è (speriamo venga specificata!).
Sulla lista CCIC (USA) c’è un quadratino rosso:
Naturewatch invece non inserisce proprio le aziende cosmetiche non completamente “sicure”, in questo modo noi possiamo…stare sul sicuro!
Riepilogando (dati suscettibili di modifiche in caso di aggiornamenti!):
- Le marche acquistate da ditte non cruelty free finora sono: The Body Shop e Sanoflore (acquistate da L’Orèal), Yves Rocher (acquistata dalla Sanofi Aventis).
- Le marche che producono anche farmaci finora sono: Weleda, Dr. Hauschka
- Le marche che finanziano (direttamente o non) la vivisezione sono: I Provenzali (finanzia il wwf, che a sua volta sostiene il progetto REACH)
One reply on “Quando la sperimentazione si nasconde dietro al coniglietto!”
I coniglietti (i simboli delle varie organizzazioni di protezione animale, come Peta e altri, sono tanti però…, e comunque non ci sto con queste campagne che mettono in discredito le marche certificate…..! Non compro più Yves Rocher non perchè ha ceduto delle quote alla Sanofi Aventis, ma perchè importando in Cina ora tutti i suoi prodotti, finiti, saranno testati per il mercato cinese….., mentre della partecipazione in società della Sanofi Aventis non me ne fregava un tubo….compravo Yves Rocher non Sanofi Aventis….. state complicando le cose e screditando tutto il cruelty free in questo modo…..;( Secondo me è ridicolo non comprare i Provenzali solo perchè sostiene la wwf, che sarebbe d’accordo sul REACH…..ok, non volgio il reach e posso anche non sostenere il wwf, ma I Provenzali restano attualmente prodotti certificati 100% cruelty free e quindi li compro, non ho intenzione di fare il gioco dei furbi e screditare le poche marche che non testano!