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No alla vivisezione

Vivisezionate me, non gli animali.

Una massese si batte contro gli esperimenti su cani e gatti. La seguono in mille

MASSA. «Apritemi, squartatemi, vivisezionatemi: usate me come cavia per i vostri pseudo esperimenti sugli animali. Mi offro volontaria. In fondo, anch’io sono una randagia». Parte da Massa la campagna contro la decisione del Parlamento europeo che consente l’utilizzo di animali randagi per le sperimentazioni scientifiche. A lanciarla è Cristina Piccinini, 46 anni, gattofila (in casa ha nove mici e un cane), amministratrice del sito www.gattisinace.it, disoccupata. E, soprattutto, indignata da questa legge europea, approvata, dice «senza che i parlamentari europei si siano presi la briga di leggerla».  Così, Cristina ha deciso di «fare qualcosa» e ha scelto la rete, cioè Facebook, il suo sito web e la e-mail, per far sentire la sua voce. Ha postato una lettera dura, tagliente e appassionata dove si offre come volontaria umana per gli esperimenti «pseudo scientifici a cui da oggi vengono destinati cani, gatti e tanti animali innocenti».  Una provocazione, è chiaro. Che ha colto nel segno e raccolto centinaia di adesioni.  «Il mio appello-denuncia – spiega la donna – è stato letto parecchio, su Facebook si è presto creato un gruppo che appoggia la mia provocazione, siamo già più di mille, ho ricevuto una marea di messaggi…».  Cristina, insomma, sta reclutando un esercito di volontari umani che protestano contro questa nuova forma di vivisezione ed è decisa a non mollare.  «La decisione presa dal Parlamento Europeo – dice – di accettare la delibera 86/609 che consente l’utilizzo di animali vaganti, comprendendo cani, gatti e qualunque specie animale, anche protetta, catturata nel suo habitat naturale, al fine di sperimentazione definita scientifica è una orrenda e crudele vivisezione». La scienza, prosegue, «è progresso, non regresso. Esiste una strada diversa che la scienza ha indicato: la sperimentazione in vitro, tecnica ben più attendibile, ampiamente diffusa negli Usa, capace di dare risultati significativi. Invece, con questa delibera l’Italia, che pure è tra i paesi più avanzati nella cultura della difesa degli animali, regredisce di vent’anni nella legislatura in materia».  Il movimento creato da Cristina si sta collegando con la mobilitazione della Leal, Lega antiviviezione, e con il “Manifesto della coscienza animale” sottoscritto da Umberto Veronesi e dal ministro Brambilla.  Dal suo sito invita a firmare firmare le petizioni on line delle due associazioni e con tutto il fronte animalista prepara per il 25 settembre una manifestazione a Roma (e in altre città). «Sì ci saremo anche noi volontari umani in piazza. Perchè crediamo che l’unica strada sia la mobilitazione dei cittadini. La mattanza deve finire».

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One reply on “Vivisezionate me, non gli animali.”

Che bella iniziativa,davvero,una cosa del genere ci voleva proprio,diamo giustizia ai nostri amici pelosi!!

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