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Cruelty free No alla vivisezione

Qualche domanda per saperne di più sulla certificazione ICEA-LAV.

LE DOMANDE PIU’ COMUNI IN MERITO ALLO STANDARD

D   Cos’è lo Standard Internazionale?

R Lo Standard Internazionale sul Non Testato su Animali è riconosciuto a livello internazionale per definire un prodotto cosmetico “Non Testato su Animali”. Lo Standard è stato ideato nel 1997 da una Coalizione Internazionale di associazioni animaliste di tutta Europa, la LAV per l’Italia, e degli Stati Uniti.

D    Perché è servito uno Standard Internazionale?

R Fino a ieri, associazioni animaliste e aziende cosmetiche che dichiaravano di essere “Cruelty free” hanno operato seguendo diversi criteri creando una notevole confusione nel pubblico. Molte aziende hanno scritto sulle loro etichette frasi come: “Questo  prodotto non è stato testato su animali”, mentre gli ingredienti  usati lo erano. Test sui prodotti finiti sono poco praticati, a differenza dei test obbligatori per la produzione di nuove materie prime. Lo Standard Internazionale “Non Testato su Animali” mira a ridurre a zero il numero di animali impiegati nei test cosmetici mettendo sotto pressione i fornitori che dovranno vendere materie prime non testate su animali. Lo Standard Internazionale fornisce una chiara struttura dalla quale le industrie Cruelty free trarranno forza ed unità contro i test sulle materie prime. Questo progresso dovrebbe attenuare le controversie in merito a quale criterio sia  il migliore e ci mette nella condizione di concentrarci sulle nostre vere priorità, ovvero la campagna contro le sperimentazioni animali con il supporto delle Società cosmetiche così riconosciute a livello internazionale.

D    Perché abbiamo abbandonato già dal 1997 la Regola dei 5 anni?

R Con la regola dei 5 anni, le Società erano autorizzate ad usare ingredienti che erano stati testati su animali dai loro fornitori a patto che le sperimentazioni fossero state effettuate almeno 5 anni prima dell’acquisto. Questa regola è stata studiata originariamente per essere un incoraggiamento per le aziende a muoversi nella giusta direzione. Se tutte le compagnie avessero adottato la regola dei 5 anni, per i fornitori di materie prime sarebbe stato controproducente inventare ingredienti che non avrebbero avuto posto sul mercato per almeno 5 anni. Sfortunatamente il riscontro non è stato positivo nè da parte dei fornitori nè da parte dei produttori. Abbiamo pensato che fosse il momento di rivedere questo argomento tenendo conto dei punti di forza della regola dei 5 anni ed eliminando le sue debolezze.

D    Perché non abbiamo adottato il 1976 come data massima?

R Con il tradizionale criterio della data massima, le compagnie si limitavano ad usare ingredienti sviluppati prima della Direttiva del 1976 che richiedeva sperimentazione su animali per tutti i nuovi ingredienti. Comunque, per richiedere alle compagnie di aderire  al criterio del 1976, non è stato dato nessun incentivo. Sarebbe stato troppo dispendioso per qualsiasi Società riformulare tutte le loro linee di prodotti in modo da incontrare le esigenze del criterio 1976. Dobbiamo ricordare che le Società non hanno controllo sulle sperimentazioni condotte in passato, ma possono avere una forte influenza sul futuro. Tutte le Società che vogliono adottare lo Standard Internazionale devono essere compagnie che hanno incrementato la domanda di materie prime che non vengono testate su animali dai fornitori. E’ importante ricordare  che l’efficacia di ogni politica dipende dal monitoraggio che ogni Società svolge sui suoi fornitori. Le Società che usano vecchi ed affermati ingredienti devono essere avvertite del fatto che i fornitori potrebbero ritestare queste sostanze su animali ed è quindi vitale il loro monitoraggio. Questa parte cruciale dello Standard Internazionale non fu inclusa nel criterio del 1976. Le associazioni animaliste sperano di promuovere le aziende “1976” come le compagnie pioniere di questa campagna che continueranno a sostenere e riconoscendo le Società che sono subentrate più tardi.

D    In cosa lo Standard Internazionale differisce da altri criteri?

R L’uso del monitoraggio introdurrà il nuovo Standard e sarà uno dei suoi punti forza. Nonostante molte Società abbiano avuto un accordo verbale con i loro fornitori, l’introduzione di un’assicurazione annuale scritta, eserciterà una maggiore pressione sui fornitori per assicurare che lo Standard inizi ad essere rispettato. Questo verrà esteso a tutti i fornitori includendo terzi, filiali, come ai fornitori esclusivamente di materie prime. Le associazioni animaliste che si sono riunite sperano, una volta per tutte, di eliminare le controversie in merito a quale criterio sia il migliore. Prima dell’introduzione di questo Standard Internazionale le conflittuali domande delle associazioni confusero, soprattutto all’estero, i consumatori e le stesse società. Le aziende avranno messaggi più chiari in merito a quello che ci si aspetta da loro ed i consumatori avranno la certezza che il nuovo Standard è stato adottato dalle associazioni animaliste di tutto il mondo. Chiaramente una volta che il nuovo logo verrà introdotto sarà più facile ancora per i consumatori identificare i prodotti che possono essere usati con la coscienza pulita.

D    Le Società che adottano lo Standard Internazionale possono garantire che nessuno dei loro ingredienti non sia mai stato testato su animali?

R In realtà, nessuna azienda può assicurare che nessun ingrediente non sia mai stato testato su animali, in quanto virtualmente tutti i componenti cosmetici sono stati testati in questo modo da altri qualche volta nel passato. Anche le sostanze più basilari come acqua o succo di limone hanno sostenuto il famigerato test LD50. Tuttavia noi crediamo che le aziende dovrebbero essere responsabili per sperimentazioni sulle quali possono esercitare qualche forma di controllo o dalle quali traggono chiari e diretti benefici. Una fondamentale distinzione poi esiste fra quelle Società che continuano a commissionare o prendere parte a sperimentazioni su animali e quelle che hanno adottato una chiara politica etica e non lo fanno.

D    Cosa dire in merito alla Società “X” che dice di non effettuare o commissionare test su animali ed il gruppo “Y” che li approva?

R Pochissime aziende ammettono apertamente di sperimentare su animali, ma non danno nemmeno un’assicurazione sul fatto  di aver adottato  una politica basata  sul non acquisto di ingredienti che i loro fornitori hanno testato. Le sperimentazioni su prodotti finiti sono oggi relativamente rare. La maggior parte dei test su animali per la cosmesi sono condotti dai fornitori nella messa a punto di nuovi ingredienti. Molte di queste sostanze saranno usate da molte aziende. Purtroppo le dichiarazioni (attentamente studiate) emesse da molte Società non trattano questo argomento e non forniscono nessuna assicurazione sul fatto che non vengono acquistati ingredienti che i loro fornitori hanno testato o hanno commissionato test. I Gruppi che non hanno adottato lo Standard Internazionale hanno usato molti criteri diversi per l’approvazione. Questi Gruppi  comprendono l’Oreal, Avon ed altri fra i maggiori produttori che non seguono le Linee Guida dello Standard Internazionale; i loro criteri sulle sperimentazioni non si estendono alle materie prime, almeno fino ad oggi.

D    Quanto approfonditamente deve essere svolto il monitoraggio sui fornitori?

R Le aziende devono monitorare tutti i fornitori che forniscono gli ingredienti elencati sull’etichetta del prodotto finito. Quando le materie prime sono vendute tramite terzi, anche loro vanno controllate. Per maggiori informazioni si prega di far riferimento ad un documento intitolato “The International Standard & Ingredient Suppliers”. E’ importante ricordare alle aziende che non è richiesto loro di garantire che nessuna delle loro materie prime non sia stata testata su animali, mai, da nessuno in nessun luogo;questa sarebbe una richiesta a cui nessuna azienda potrebbe far fronte.
Le Società sono responsabili per sperimentazioni condotte dai loro fornitori, sui quali hanno qualche controllo.

D    E per i filtri di protezione solare?

R Molte perplessità sono sorte durante le discussioni con i maggiori produttori e distributori. Prima di tutto le aziende hanno espresso il dubbio che i test per i filtri solari non siano classificati come test non cosmetici in quanto questi ingredienti proteggono i consumatori dal cancro alla pelle. Sono inclusi nello Standard in quanto sono classificati come prodotti cosmetici in base alla Direttiva europea. Noi crediamo inoltre che il valore dei nuovi filtri solari ottenuti tramite test su animali non sia più importante della sofferenza inferta agli animali usati. In secondo luogo i fornitori di UVB hanno condotto recentemente test su animali  per andare incontro alle richieste della FDA americana. Ad oggi non ci sono altri fornitori  di filtri UVB in Europa e ciò significa che le compagnie non possono acquistare questi ingredienti da fornitori definibili come “Cruelty free”. Apparentemente esiste un fornitore alternativo fuori Europa usato attualmente da The Body Shop [acquistata in seguito da l’Oreal, ndr]. Chiaramente noi incoraggeremo le aziende a rivolgersi a questo fornitore quando i dettagli saranno definiti; ma non vorremmo dare alle maggiori Società un ingiusto vantaggio in quanto questa operazione potrebbe avere forti implicazioni di costo. Una nota potrebbe essere aggiunta alla lista, indicando una data termine per i filtri solari diversa. I consumatori saranno così informati delle eccezioni.

D    A proposito di nuove materie prime ecologiche?

R Molte aziende vorrebbero adottare nuovi ingredienti ecologici che sono stati creati grazie a sperimentazioni su animali. Nonostante sia vero che i nuovi ingredienti avranno un minor impatto negativo sull’ambiente, noi crediamo che molti consumatori dedurranno che i prodotti etichettati come “Verdi” o “Amici dell’ambiente” non siano stati sperimentati su animali. Le aziende non dovrebbero essere autorizzate ad usare nessun nuovo ingrediente prime che i test alternativi non siano stati convalidati, indifferentemente dalle loro credenziali ambientaliste.

D    A proposito della potenziale minaccia all’etichettature “Cruelty free”?

R Lo Standard offre alle aziende maggior credibilità grazie al fatto di essere approvate dalle associazioni animaliste di tutto il mondo.

D    E’ possibile partecipare anche successivamente?

R Le aziende saranno incoraggiate a partecipare non appena saranno in grado di farlo. Saranno incluse nella Guida approvata appena saranno in grado di aderire allo Standard.

D    Perché permettete alle aziende di usare ingredienti testati su animali per altri scopi?

R Sfortunatamente è in pratica impossibile controllare le sperimentazioni al di fuori dell’industria cosmetica. L’intento è prevenire un uso errato di qualsiasi richiesta di legge come scappatoia per  testare ingredienti che verranno poi infine usati con intento cosmetico. Noi riteniamo le aziende responsabili  sol per i test sui quali possono esercitare un controllo.

D    Lo Standard non è irrealizzabile?

R Chiaramente, non c’è cosa migliore di un criterio perfetto, ed il nuovo Standard è, già dal 1997, molto più preciso di altri usati in precedenza. Noi crediamo che eserciti una forte pressione sui fornitori per far sì che vendano prodotti non testati su animali , procurando una pratica linea guida di aziende da evitare. Molte altre necessiteranno di molto tempo per applicare i sistemi di monitoraggio ma nessuno sarà esonerato dal farlo. Le sole aziende che non saranno in grado di aderire allo Standard sono quelle che scelgono di continuare ad usare materie prime testate, cosa che noi non vogliamo approvare. Molte aziende conosciute hanno già aderito in altri Paesi. E’ importante ricordare che i consumatori sensibili a questo argomento vogliono essere certi che i prodotti da loro comprati non siano realizzati grazie alla sperimentazione su animali.

D    Lo Standard non impedirà a nuovi prodotti di essere messi sul mercato?

R Lo Standard Internazionale non avrà alcun effetto sull’innovazione dei prodotti, in quanto non vi è una richiesta della legge che impone i test  su animali sui prodotti finiti. Le aziende possono divulgare nuovi ed innovativi prodotti usando gli  8.000 ingredienti riconosciuti sicuri nell’arco degli anni. Lo Standard inoltre stimolerà sempre più gli investimenti in metodi di sperimentazione alternativi.

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