Salve a tutt*
prima di lanciarmi in questo articolo, vorrei premettere che non sono né una giornalista, né una blogger “rodata”, né tanto meno sono dotata di chissà quali arti nello scrivere. Dunque prendete queste poche righe semplicemente per quello che sono: un modo di comunicare con tutt* coloro che leggeranno e che sono attent* alle tematiche ambientaliste ed animaliste, per portare la mia testimonianza ed illustrarvi ciò che faccio nel mio quotidiano, per provare ad essere il meno possibile d’impatto su questo pianeta.
In queste poche righe vorrei farvi conoscere quello che sta diventando per me un vero e proprio lavoro, anche se non amo questa parola, né tanto meno definire quest’arte così.
Se ho scelto di commercializzare il sapone che faccio è perchè lo trovo un prodotto davvero valido per le sue qualità ed utile per ovviare al discorso sulla sperimentazione sugli animali e sulla questione ambientale, e, non da ultimo, perchè sono disoccupata (come forse la maggior parte di voi!) e quindi per me rappresenta una fonte di sostentamento “pulita”!
Da qualche tempo, spinta dall’esigenza di non alimentare la carneficina che perpetriamo sugli animali, ho cominciato ad autoprodurmi il sapone in casa. In verità i primi esperimenti risalgono ad un paio d’anni fa, a seguito di una piccola “full immersion” col mio compagno, quando insieme abitavamo in un posto splendido che si chiama Ippoasi – che magari molti di voi conosceranno già (adesso versa in condizioni critiche perchè ha ricevuto uno sfatto, ma di sicuro se vi interessa si potrà approfondire, anche se credo la maggior parte di chi legge questo blog ne sarà già a conoscenza) -, ma tornando al nostro “corso”, devo dire che riuscì bene in termini di saponificazione, ma poi per circostanze varie ed eventuali ho imparato e messo da parte.
Il sapone che realizzo è creato a mano con antiche tecniche di saponificazione, nel rispetto di tutto ciò che è vivo, della terra, degli animali e dell’essere umano; con ingredienti di prima qualità e biologici, alcuni dei quali coltivati da me ed altri raccolti nelle zone in cui ho la fortuna di abitare. Gli ingredienti sono semplicemente olio d’oliva, oli vegetali, oleoliti fatti da me, oli essenziali, erbe, piante, fiori, infusi, ed acqua o latte vegetale!
Non esistono più zone incontaminate oggi come oggi, però, in questo angolo di Toscana dove ho la fortuna di ritrovarmi a vivere ci sono dei paesaggi veramente belli e ancora molto preservati, per quanto possibile, dallo smog e dal cemento! Qui oltre al sapone e alle candele, insieme al mio compagno facciamo l’orto, ci facciamo il pane in casa, autoproduciamo sietan, tofu, yogurt e tentiamo di comprare il meno possibile, per quanto ci riesce!
La terra in cui viviamo non è nostra, ma è nostro compito rispettarla il più possibile!
In pratica, ciò che m’ha spinto a riprendere quest’arte non è stata solo la voglia di riuscire nella realizzazione di qualcosa che sia gratificante: oltre all’importanza sociale dell’autoproduzione, c’è anche la voglia di prendersi cura di sé stessi, senza fare del male a nessuno, senza che nessun essere vivente (sia umano, che animale) debba essere sfruttato, usato, squartato o vivisezionato per permettere a noi di “apparire” o di essere puliti.
Di cose da dire ce ne sarebbero tante, dunque vi rimando al mio blog, dove ho tentato di racchiudere tutte le informazioni possibili sul lato tecnico della saponificazione e dove chiaramente potrete anche vedere in concreto ciò che faccio…non solo sapone e candele, ma anche autoproduzione cosmetica: creme, shampoo (il cosidetto spignatto casalingo ;p) e autoproduzione alimentare, il più possibile.
http://ilsaponedimimi.blogspot.it
Grazie a tutt* per l’attenzione.
GO VEGAN
Mimi