Se solo conservassimo un minimo di quelle antichissime e sagge parole tramandateci dalle fiabe, oggi forse, non si sentirebbe parlare di tristi storie, che hanno come protagonisti animali maltrattati o chiusi in casa tutto il giorno in spazi piccoli o di animali abbandonati per semplice egoismo del padrone, prima delle vacanze.
Prendo, allora, spunto dalle favole che iniziano con “C’era una volta…” e terminano con “…e vissero tutti felici e contenti”.
Prendo spunto da Esopo per dare voce a Rokko, cane felice che ho voluto intervistare nel salotto di casa sua in una fredda serata di gennaio, al fine di raccontare una storia a lieto fine.
Rokko è il cane di Laura e Riccardo, padroni ubbidienti e miei amici.
Mi apre la porta di casa scodinzolando allegro e salutandomi con educazione. Una volta entrata in casa mi attira verso il divano, si lancia sopra di me ricoprendomi di morbido pelo e invitandomi a mettermi comoda. Forse, percepisce che oggi sarà il protagonista della mia favola. Non faccio a tempo a sedermi che inizia a farmi le coccole, io lo accarezzo sulla sua testa, ci abbracciamo come vecchi amici che non si vedono da tanto tempo.
– Ciao Rokko, vedo che sei contento!
– Bau, bau, mi risponde, con il suo fare magico.
– Bau – gli rispondo anch’io, per approvare la sua gioia. – Ho un po’ di domande da porti, per far capire ai miei lettori umani quanto sia importante avere un animale in famiglia, di quanto sia essenziale non maltrattare gli animali, chiusi in casa in spazi piccolissimi per semplice egoismo. Per me, tu rappresenti un ottimo esempio di cane felice, e sicuramente sarai all’altezza di spiegarci come si dovrebbe vivere liberamente in una casa condivisa con esseri umani.
Rokko si fa serio, mi ascolta, si mette seduto composto e assume la posizione di cane filosofo. Lo ammiro per diversi secondi.
– Come sei arrivato in questa bellissima casa?
– A pochi mesi dalla mia nascita fui abbandonato. Ero cucciolo e stavo per essere sbranato da un pitbull. Ricordo solo che faceva un gran caldo e non so quanto ho camminato per campagne e stradine, vagando senza una meta, alla ricerca di cibo e acqua, cercando i miei fratelli, poiché credevo di essermi perso … quando sei piccolo non pensi di essere stato abbandonato. Dieci anni fa i miei padroni, – indica Laura, che è indaffarata ai fornelli a preparare una deliziosa cenetta, e Riccardo, che si accinge a farci ascoltare un vecchio disco in vinile dei Doors – in estate andarono in vacanza nel Salento, e quando stavano rientrando a Roma, sulla strada per Grottaglie, mi hanno visto e preso con loro. Ero bruttissimo, con le orecchie lunghe, dimagrito, sembravo un asinello, Laura, mi dice sempre che prima del nostro incontro mi aveva sognato e salvato e che quando i suoi occhi hanno incrociato i miei si è commossa e non ce l’ha fatta a lasciarmi lì da solo. Erano ormai, giorni e giorni che mi aggiravo lungo la strada, convinto che sarei morto di fame o che sarei finito sotto una macchina. Non avevo più speranze, ed ecco che la mia vita stava per cambiare. Io sono un cane pugliese, e quel viaggio lungo e sconosciuto dentro quella comoda macchina mi dava come l’impressione di andare sulla luna. Laura mi faceva le coccole, mi chiamava tenero, tenerone, cuccioletto, amoruccio… Riccardo, invece, era molto titubante, mi guardava come se gli avessi rubato qualcosa, ma poi, mi offriva un pezzo del suo panino, e continuava a guidare, dicendo che una volta giunti a Roma dovevano per forza darmi a qualcun altro, a zia Maria, a tuo fratello, a mia sorella, per tutto il viaggio hanno elencato più di duecento possibili nomi di persone a cui potermi affidare, nomi, solo nomi. Finchè Laura ha pensato che anch’io avrei dovuto avere un nome. E lì hanno ricominciato a elencare più di duecento nomi finchè hanno trovato quello giusto per me: Rokko. Ero sicuro che presto saremmo diventati una famiglia.
Io sorrido, Rokko quando parla ha sembianze umane.
– Quindi, cosa è successo dopo?
– Mi hanno portato a casa, fatto un bel bagnetto, pettinato e siamo andati dal veterinario. Poi, Laura, piangendo mi ha detto che non potevo stare con loro e che mi avevano trovato un padroncino nuovo, un loro parente. Sono stato lì una settimana, poi mi è venuto a riprendere Riccardo dicendomi che Laura, non poteva vivere senza di me. Gli sono saltato addosso dalla gioia. Adoro i miei padroni.
Rokko, inizia ad abbaiare, vuole attirare l’attenzione di Laura e Riccardo, e ci riesce bene, tutti e due smettono le loro attività e iniziano a coccolarlo. Dopo le carezze ricevute è pronto per continuare l’intervista:
– Cosa diresti ai padroni che hanno intenzione di abbandonare il proprio cane?
– Bau, non abbandonate il vostro cane dopo che ha vissuto con voi, per noi vuol dire finire in mezzo ad una strada, andare incontro a sventure, freddo, fame, e tante altre cose brutte a cui non siamo abituati, perché abbiamo vissuto in casa. Io sono contento di aver trovato qualcuno che mi vuole bene, e vorrei che il cane per gli uomini non rappresentasse un gioco o una compagnia solo nei momenti felici ma fosse una scelta saggia e consapevole per sempre.
– Come vivi la tua giornata?
– Bau! Laura mi prepara la pappa e facciamo colazione tutti insieme, poi lei esce e va a lavoro, spesso la mattina mi fa compagnia Riccardo, che mi fa ascoltare molta musica rock, lui adora tutta la musica degli anni ’70! Poi ci prepariamo per la nostra passeggiatina mattutina: prende un sacchetto per la mia popò, e capisco che si esce. In casa non mi annoio mai, ho tanti giochi e soprattutto non sono mai solo, quando anche Riccardo deve uscire per lavoro viene un ragazzotto simpatico a farmi compagnia, si chiama Pedro e fa il dogsitter, una specie di bambinaia che mi parla in spagnolo. Quando il pomeriggio, arriva Laura è festa per me, perché mi porta con lei a fare footing in un grande parco e corriamo insieme, così io mi alleno e resto in forma. Se fa caldo, vado nel mio giardinetto e gioco con gli schizzi d’acqua, il mio gioco preferito; se fa freddo mi infilo nel lettone e faccio le coccole ai miei padroni. Quando loro partono ed io non posso andare, mi lasciano per una settimana in un agriturismo bellissimo, pieno di verde e con tanti altri amici miei cani e faccio anch’io vacanza.
Arriva Laura, con una scodella piena di bocconcini di carne con le patate e le carote, il piatto preferito di Rokko.
La pappa è pronta, Rokko scodinzola felice, si dimentica dell’intervista, e si precipita verso la sua delizia, che divora in pochi minuti. Mi guarda come per giustificarsi:
– Bau, sai, oggi, ho fatto footing con Laura, poi ho rilasciato questa intervista per i tuoi lettori animalisti, e questa pappa me la stavo proprio sognando da un bel po’…bau, bau!
Abbraccio e ringrazio Rokko.
La mia favola finisce con…”e vissero tutti felici e contenti”.