Le piante tossiche per il cane.
I cani, non essendo erbivori, raramente vanno incontro ad avvelenamenti da piante d’appartamento/da giardino; può succedere, però, nei cuccioli nel momento in cui si ha eruzione dei denti o nei soggetti adulti con ansia da separazione.
In questi casi, sia il primo intervento del proprietario, che quello del veterinario, devono essere tempestivi.
Occorre riferire sia la specie vegetale, che le parti e la quantità ingerita, per far sì che il veterinario possa intraprendere la terapia adeguata dopo consulenza con il Centro Antiveleni.
Piante velenose che alterano lingua e bocca
Le più comunemente diffuse in appartamento sono filodendro, dieffenbachia, anturio e alocasia (detta anche “orecchio d’elefante”).
Queste piante, se ingerite, determinano la liberazione di una sostanza, l’istamina, che è un mediatore dell’infiammazione ed è responsabile del gonfiore di lingua (può essere così gonfia da protrundere dalla bocca) e della tumefazione della mucosa della faringe (nei casi più gravi può arrivare ad occludere la laringe impedendo la respirazione e portando alla morte per asfissia).
L’animale presenta bocca aperta, polidipsia (aumento della sete), salivazione profusa.
In caso di contatto con gli occhi può esserci edema palpebrale e/o ulcera corneale.
Cosa fare: lavare cavità orale e/o occhi con abbondante acqua; se nei casi gravi non bastasse, ricorrere al veterinario, soprattutto se ci sono difficoltà respiratorie.
Piante che alterano le funzioni gastroenteriche
I bulbi di tulipano, narciso, belladonna, iris e amarillide, così come le parti verdi di azalee, rododendro, vischio, morella, dulcamara (bacche), noce (mallo), se ingeriti, causano vomito, diarrea e coliche addominali; i sintomi sono, generalmente, lievi e non letali.
Sintomatologia gastroenterica è causata anche da da piante commestibili qualora siano ingerite in quantità elevata e, soprattutto, quando sono acerbe, crude, o appena raccolte dal terreno (bulbi di aglio, cipolla e patate immature).
Anche i semi di ricino sono particolarmente pericolosi, ma la loro ingestione è un’ipotesi assai remota; il rivestimento particolarmente duro, poi, fa sì che spesso non si rompano alla masticazione e siano espulsi ancora interi.
Le piante appartenenti alla Euforbiacee (stella di Natale, croton o corona di spine), oltre ai sintomi gastroenterici, danno dermatite acuta in seguito al contatto della pelle con il latice prodotto dalla pianta stessa; in caso di contatto con mucose si possono formare vesciche, mentre se si ha contatto con gli occhi si avrà cheratocongiuntivite acuta.
In caso di contatto è bene lavare la parte colpita con abbondante acqua.
Tra le Liliacee la Gloriosa superba o giglio rampicante, che produce fiori simili al giglio ma di colore rosso, si presenta tossica in ogni sua parte, in particolare i tuberi.
La sintomatologia comprende dolori addominali, grave diarrea con feci fetide di colore verdastro, grave disidratazione (conseguente alla diarrea), collasso cardiocircolatorio.
La morte è frequente e può sopraggiungere in poche ore o dopo qualche giorno.
Cosa fare: bisogna indurre l’emesi (il vomito); se i sintomi di intossicazione sono già apprezzabili, è bene ricorrere al veterinario.
per alcune piante, tra le quali il ricino, è necessaria una terapia veterinaria specifica.
Piante che danno sintomatologia nervosa
Tra le piante che danno sintomatologia nervosa troviamo il tabacco, la cui assunzione è ascrivibile all’ingestione di sigari e sigarette lasciati incustoditi o ai loro mozziconi.
A livello dello stomaco la nicotina contenuta è lentamente assorbita ed induce entro poco tempo dall’ingestione il vomito; l’ingestione di dosi elevate può dare sintomatologia con brividi, debolezza muscolare, difficoltà respiratorie che conducono al decesso entro poco tempo non dando spazio a nessun tentativo di terapia.
Altra pianta che può dare problemi è l’ortica; questa dà sintomi soprattutto nei cani da caccia a pelo raso che, correndo nella fitta vegetazione, vengono punti dalla pianta che inocula grandi quantità di veleno.
L’intossicazione si manifesta con bruciore della cavità orale, salivazione profusa, tremori e debolezza muscolare.
Il tasso è un arbusto sempreverde simile al pino; produce frutti rossi carnosi commestibili, ma i cui semi sono velenosi.
Sia l’ingestione dei semi che degli aghi e della corteccia possono dare morte improvvisa senza sintomi; se l’intossicazione è lieve possono esserci tremori, debolezza, collasso.
Cosa fare: in caso di ingestione di ortica (che non mette in pericolo la vita dell’animale) basterà lavare con abbondante acqua la cavità orale ed, eventualmente, ricorrere al veterinario per la terapia specifica.
In caso di ingestione di tasso bisogna rapidamente indurre l’emesi; in caso contrario l’animale ha poche speranze di sopravvivere.
Piante velenose che agiscono su sangue e cuore
Le piante che agiscono sull’apparato cardiovascolare sono comunemente diffuse nei giardini; appartengono a questo gruppo oleandro, mughetto, stella di Natale e digitale.
Anche l’acqua dei vasi nei quali vengono messi i fiori recisi, se bevuta, è tossica.
Queste piante contengono sostanze (glucosidi cardioattivi, usati anche in farmacologia a scopo terapeutico) che alterano il ritmo cardiaco e la respirazione; altri sintomi riscontrabili sono vomito, diarrea, nausea.
La dose tossica è molto bassa.
Anche i semi di alcuni frutti sono velenosi; tra questi i semi di ciliegia, albicocca, amarena e mela che contengono cianuri la cui liberazione avviene qualora i semi siano schiacciati sotto i denti durante la masticazione.
La morte per avvelenamento acuto può sopraggiungere in pochi minuti o poche ore anche senza che l’animale manifesti sintomi; spesso, però, compaiono convulsioni, fascicolazioni muscolari (tremori), difficoltà respiratorie, midriasi (dilatazione pupillare), coma.
Cosa fare: per le piante, generalmente, basta indurre il vomito; se sono stati ingeriti i semi l’induzione dell’emesi deve essere repentina.
Piante con effetto stupefacente
Ci sono piante spontanee, piante coltivate (stramonio e pervinca, noce moscata) e funghi in grado di dare effetto allucinogeno; l’animale intossicato presenta stato stuporoso con midriasi, vertigini, sintomi gastroenterici.
Cosa fare: indurre l’emesi subito dopo l’ingestione, anche se è consigliabile ricorrere immediatamente al veterinario.
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SALVE,UNA MIA NIPOTINA A MANGIATO UN SEME DI FILODENDRO,VORREI AVERE PIU DELICIDAZIONI RIGUARDO A QUESTA PIANTA X FAVORE
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