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Il cane: l’educazione – punizioni.

Le punizioni

Si pensa che la punizione sia un sistema rapido per ottenere qualcosa dal cane; ma ha anche e soprattutto un notevole -e negativo- impatto psicologico sul cane, visto il suo radicato contesto sociale.

La cosa migliore è non arrivare affatto ad aver bisogno di punire il proprio cane; un errore da parte sua va perdonato, un comportamento errato invece va prevenuto. Se noi stabiliamo subito e sempre delle regole precise e le consolidiamo con la routine, il cane impara velocemente e senza dover subire le nostre punizioni.

Punire un cane perchè scava una buca in giardino o distrugge un libro, non gli dà chiarezza sul motivo della punizione. Per lui scavare una buca o fare a pezzi un libro non è un comportamento sbagliato, per cui la punizione verrà interpretata come una punizione a livello sociale, non relativa al fatto compiuto. Lui saprà solo che il suo capo branco ha degli scatti di rabbia e di ira senza capire il perchè.

E’ dimostrato, ad esempio, che se un cane viene punito perchè in nostra assenza ha distrutto un libro, avrà paura della punizione anche se un libro viene distrutto da qualcun altro (o cade in terra). Sa che quell’azione comporta una punizione, ma non sa il perchè. Sa che fogli sparsi in terra, indipendentemente che li abbia sparpagliati lui, portano ad una punizione.

Nei casi in cui il cane distrugge qualcosa in nostra assenza, è più efficace una punizione “indiretta”; spruzzarlo con una pistola ad acqua senza essere visti (ma mentre lo fa!). Il cane si spaventerà quando cercherà di rovistare nell’immondizia, per cui rinuncerà.

In caso invece il comportamento indesiderato implichi la scalata gerarchica (in questo caso però è opportuno valutare il motivo per il quale il nostro cane sta scalando la gerarchia) valutiamo e modifichiamo i nostri atteggiamenti e comportamenti come prima cosa.

Le punizioni devono essere chiare, nette e immediate. Un cane che tenta di mordere o ringhia al padrone perchè non vuole essere accarezzato o perchè non vuole che si avvicini al cibo, deve essere immediatamente bloccato con un’azione forte. L’azione forte non implica certamente una bastonata in testa, ma nemmeno un buffetto sul naso. Il buffetto non farà altro che bloccare il cane MOMENTANEAMENTE, e renderlo più forte e sicuro quando arriverà lo schiaffo fino a renderlo insensibile a punizioni più dure. Meglio un atto di forza iniziale, unico che tanti piccoli atti di forza nel tempo. Una punizione efficace è tale se funziona. Non c’è una regola base. Bisogna capire fin dove poter arrivare sul proprio cane e intervenire. Non è una questione di violenza nuda e cruda, ma bisogna trovare una punizione che per ogni singolo cane sia efficace.
E non serve a niente, anzi peggiora la situazione, punire il cane a caso o non tempestivamente all’azione non voluta. Il cane eviterà semplicemente la persona che lo punisce, non l’azione che ha scatenato la punizione.
Picchiare un cane perchè non è corso subito da noi al nostro richiamo, farà capire al cane che più lontano starà da noi e più sarà al salvo.

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