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Dalla loro parte No alla caccia No alla vivisezione Veg*

Immagina di essere…

Se c’è una cosa che adoro da sempre è usare la mia immaginazione.
Mi capita di immaginare di tutto, dalle cose più insignificanti a quelle più complesse.
Una delle cose che più mi piace immaginare è di trovarmi nella condizione altrui.

Mi capita di immaginarmi nel turista che gira senza meta per la città e quindi provo ad immaginare cos’è che pensa e cos’è che cerca e cos’è che più apprezzerà.
Mi capita di immaginarmi in colui che chiede l’elemosina e quindi provo a capire cosa prova, cosa pensa, cosa sente e cosa può fargli più piacere.
Mi capita di immaginarmi nello straniero che fa un lavoro sottopagato e demotivante (praticamente da schiavo) e che tra l’altro viene mal visto dai tanti razzisti che si dichiarano non razzisti ma ***

Andando ancora oltre mi capita persino di provare ad immaginarmi nel mio cane – quando devo uscire e lasciarlo solo in casa – pensando: “si annoierà? cosa farà? e se avesse bisogno?
Se poi vedo un circo o uno zoo non posso fare a meno di immaginarmi in quel povero animale (il saggio elefante, il coraggioso leone, la tigre feroce) strappato dal suo habitat e chissà quanto bastonato per fare stupidi giochini che nulla hanno a che vedere con la sua natura. Tutti rideranno, tutti batteranno le mani, ma cos’ha provato nella sua vita prima di arrivare fin lì? Cos’ha nel punto più profondo e nascosto del cuore? Quanto si tormenta la sua anima per quell’assurda e inconcepibile schiavitù? Quanto deve odiare colui che gli ha fatto tanto male?

Si potrebbe continuare all’infinito e tutte le volte concludo provando solo un enorme disprezzo per la mia specie.
Non abbiamo nessuna pietà tra noi umani… figuriamoci se si riesce a provare un qualsivoglia sentimento di benevolenza per il mondo animale.

Abbiamo i fucili con i quali andiamo a caccia per sport – come se quell’animale non provasse davvero un dolore lancinante con quel colpo di fucile prima di trovare la morte.
Abbiamo le reti con le quali andiamo a pesca – come se quei pesci, solo perchè incapaci di urlare il loro dolore, non provassero dolore con ami o arpioni prima di soffocare per mancanza di ossigeno.
Abbiamo i macelli dove gli animali vengono disassemblati per finire sulle nostre tavole – come se tali animali altro non fossero che oggetti da creare appositamente negli allevamenti e poi smontare per essere comprati da chi ne farà uso.
Abbiamo i nostri fedeli amici a 4 zampe – che spesso “regaliamo” (o vendiamo) come se fossero degli oggettini – che poi, appena vecchi e/o scomodi, lasciamo chissà dove (non oso immaginare cosa prova un cane quando viene abbandonato dal suo migliore amico – il suo padrone).

Ma a voi non fa parecchio schifo tutto ciò? Come si può trattare un essere senziente – capace di provare dolore tanto quanto ne proveremmo noi – come fosse un banalissimo pezzo di legno?
Cioè, si parla di creature vive tanto quanto noi, tanto quanto i vostri fedeli amici a 4 zampe…

Mangereste mai il vostro cane? Vi divertirebbe torturarlo? Lo dividereste mai in varie parti da vendere? Vendereste mai la sua pelle per farne un portafogli o una borsetta o chissaché?
No?! Allora perché permettiamo che ciò accada a cavalli, mucche, agnelli, conigli, polli, maiali ecc ecc?

Cosa autorizza a mangiare e/o torturare un essere senziente anziché un altro?
Vi prego, datemi una mano a capire perchè io proprio non ci riesco…

Salvatore Noschese

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