La Proposta era in stato di abbandono. Nessuno tranne le lobby industriali, che minacciavano di andare via dall’Europa, pensava più alla vivisezione.
di Geapress | 10 settembre 2010
Almeno un ricordo positivo in un clima di sfacelo generale, l’avremo. Stiamo parlando dell’On.le Sonia Alfano (IDV) e dei suoi interventi contro la Direttiva tortura animali approvata per i vivisettori lo scorso otto settembre. Lei sembrava una goccia nel mare di indifferenza. Decisa e tenace ha tenuto testa fino alla fine quando è riuscita a portare dalla sua ben ottanta europarlamentari, contro il minimo dei quaranta previsti, affinchè si potesse votare per il ritorno in Commissione della nefasta Direttiva. È andata come è andata, ma a qualcosa questa disfatta deve pur servire. Qualche errore deve pur essere stato commesso e lo strapotere della lobby farmaceutica può giustificare fino ad un certo punto.
Sonia Alfano la incontriamo di ritorno dall’Europarlamento e fa piacere trovarla ancora più combattiva di prima. Anche chi non conosce la storia personale dell’On.le Sonia Alfano, capisce subito che non è tipa da sassolini nelle scarpe. Non sarebbe comunque possibile anche perchè l’On.le Alfano più che altro scaglia intere montagne.
GEAPRESS – On.le Alfano, l’impressione che si ha è che questa Direttiva ci sia piovuta addosso.
On.le Sonia Alfano – Sì, ma forse neanche di questo in molti si sono accorti.
GEAPRESS – Le lobby del farmaco hanno avuto effetto soporifero su tutti?
On.le Sonia Alfano – Ma proprio su tutti, o quasi. È dall’inizio dei lavori di questa legislatura che si è capito come sarebbe andata a finire. Sa quanti emendamenti nei decisivi lavori della Commissione sono arrivati?