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Dalla loro parte

La storia di “Nu”, odiata da tanti, salvata da qualcuno.

Questa è la storia di un animale di nessuno. Trovato sull’asfalto in una notte fredda. Sembrava cadavere ma non lo era. Uno come tanti lungo le strade di campagna.

Per quest’animale, odiato e temuto da tutti, nessuno versa una lacrima. Molti cacciatori gli sparano per divertimento, altri per lavoro (la provincia paga per ogni coda consegnata). Nemico numero uno degli agricoltori perché scava e fa crollare i canali d’irrigazione.

In realtà le nutrie non hanno colpa. Vivevano tranquille in Sud America finché l’uomo ha deciso di importarle in Italia per fare allevamenti in quanto vengono usati per le pellicce. Un giorno gli allevamenti sono stati chiusi e molti animali sono stati liberati su un territorio non loro. Ma le nutrie si sono adattate alla pianura e il loro numero si è incrementato a dismisura. Come con altri animali, l’intervento irresponsabile dell’uomo ha squilibrato i meccanismi delicati e fragili della natura.

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Dalla loro parte

Venturini, il biologo che salva le nutrie.

Allarme Nutrie: disponibili i primi risultati del metodo di contenimento tramite sterilizzazione. La LAV plaude ad una ricerca che salverà la vita a migliaia di animali

Le nutrie, animali sudamericani introdotti in Italia per essere allevati dall’industria della pellicceria, sono tra gli animali selvatici più sfortunati: fino agli anni ’80 del secolo scorso sono state massacrate per il loro manto, ora vengono additate quali responsabili del dissesto idrogeologico in ogni angolo del nostro Paese. Con la conseguenza che vengono uccise a migliaia: fucilate, annegate, avvelenate, bastonate, la fantasia umana non ha limiti quando deve accanirsi contro un capro espiatorio. Le amministrazioni locali le indicano quali responsabili dell’indebolimento degli argini dei fiumi. Le loro tane, si dice, mettono a rischio la solidità dei manufatti con conseguente aumento del pericolo di inondazioni. Eppure le evidenze scientifiche indicano, come nel caso dell’alluvione del Veneto del novembre scorso, che il problema sia da ricondurre ad eventi atmosferici di eccezionale entità, che hanno fortemente indebolito e a volte addirittura tracimato, le strutture arginali. Nonostante tale evidenza, le nutrie continuano ad essere vittime di un massacro quotidiano e le inondazioni continuano puntualmente a ripetersi, testimoniando l’evidente inutilità dell’uccisione di migliaia di animali che, anche sul piano etico, dovrebbe far inorridire senza riserve.

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Gli animali

La nutria o “castorino”.

È un roditore simile al castoro, da cui si differenzia per le minori dimensioni e per la forma della coda (cilindrica nella nutria, piatta nel castoro).
Il corpo, lungo intorno a 60 cm, è tozzo e ricoperto da una fitta pelliccia di colore uniformemente marrone scuro, ad eccezione della regione ventrale che è leggermente più chiara.
Il peso è compreso tra 5 e 10 kg. Le dimensioni del maschio sono maggiori di quelle della femmina (dimorfismo sessuale). La femmina presenta quattro paia di mammelle latero-dorsali, segni delle abitudini fortemente semiacquatiche di questo roditore.
Le zampe posteriori presentano quattro dita palmate, mentre il quinto dito è libero. Le zampe anteriori, più corte di quelle posteriori, sono pentadattili (cioè hanno cinque dita, ndr). La dentatura è caratterizzata da incisivi lunghi e affilati che sporgono dalla rima labiale, sono molto forti e rivestiti da uno smalto dal tipico colore arancione.

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Gli animali

La nutria (o “castorino”): come è arrivata in Italia.

Il castoro sudamericano, comunemente chiamato “coypu” o più impropriamente “nutria” è un mammifero roditore originario del Sud America che è stato importato in tutta Europa e in Italia per farne pellicce.

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Gli animali

La nutria (o “castorino”): pronto soccorso.

Come accudire una Nutria

– LEZIONE 1:

IL SALVATAGGIO
Se vi capita di trovare e di voler salvare la vita ad un cucciolo di Nutria (o a qualunque altro animale), è importante fare queste operazioni: