GEAPRESS – Green Hill e le sue vittime da “sacrificare” sono state l’emblema di tutta la manifestazione. Hanno rappresentato l’esempio più diretto di un mondo animalista solo apparentemente fermatosi nella disfatta dell’otto settembre.
Vedremo nei prossimi mesi come questa energia saprà organizzarsi, ma intanto è chiaro che l’antivivisezionismo non è morto. Non lo è mai stato. Ognuno di noi potrà riconoscersi nei volti di tutti i partecipanti. Ieri in piazza c’era chi non ha mai smesso di indignarsi, ed ha continuato a marciare dando vita, come scrive Leonora Pagliucci nel resoconto “in diretta” del corteo, ad una manifestazione che così a Roma se ne era persa memoria.