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No alla vivisezione

Vivisezione e cosmetici: le lobby pro-vivisezione agiscono indisturbate!

L’Europa nel silenzio generale si appresta a valutare un ulteriore rinvio degli atroci esperimenti per rossetti e fard.

GEAPRESS 11.10.’10 – La Commissione Europea Salute e Consumatori, fa una indagine. Una strana indagine per la quale si è avvalsa di 37 esperti nominati tra gli Stati membri, il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, produttori di cosmetici e la European Coalition to End Animal Experiments, costituita da più rappresentanti animalisti e per l’Italia dalla LAV.

La stranezza non è tanto che sia stata fatta l’indagine, quanto il fatto che in Italia non sembra ci sia stato un grande dibattito. Anzi, potremo sbagliarci, ma ci sembra che non se ne sia proprio parlato. Si doveva farlo perché in ballo vi è l’ulteriore rinvio del divieto di sperimentare sugli animali i prodotti cosmetici.

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No alla vivisezione

Le sperimentazioni sostitutive e l’antivivisezionismo scientifico.

L’analisi effettuata dalla LAV su centinaia di protocolli sperimentali inviati al Ministero della salute prima di apprestarsi a svolgere esperimenti su animali mostra un grave inadempimento da parte degli utilizzatori. Infatti non uno di tali protocolli riporta una relazione dettagliata sul perché nel caso specifico non si possa ricorrere a metodi alternativi alla vivisezione (e sostitutivi),  come ad esempio la sperimentazione su culture cellulari. Eppure, come risulta dal rapporto LAV 2004, emerge un importante dato: il 40% degli animali viene ucciso col solo scopo di allestire colture cellulari; se al posto di questi venissero impiegati tessuti umani provenienti da biopsie, interventi chirurgici di vario tipo o da cadavere, si risparmierebbe la vita a migliaia di animali ogni anno.