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No alla vivisezione

Sesto rapporto europeo sulla vivisezione: quasi 12 milioni gli animali rinchiusi nei laboratori.

La Commissione Europea ha pubblicato il sesto rapporto “2008″ sui dati statistici relativi al numero di animali utilizzati a fini sperimentali. Ne sono stati calcolati quasi 12 milioni….

Dodici milioni di cavie da laboratorio… una enorme, intera metropoli rinchiusa in gabbia per subire ogni genere di tortura. Fra questi: 21.000 cani, 330.000 conigli e oltre 9.000 scimmie – il 56% delle quali catturate in giovanissima età allo stato selvatico, spesso alle Mauritius, distruggendo per lo scopo interi nuclei familiari al prezzo di 2.600 sterline. Orrore allo stato puro, insomma, che fa levare un urlo di vergogna. Eppure il dato è solo parziale: secondo la Direttiva europea 86/609 – nella sua formulazione precedente il testo revisionato l’8 settembre scorso – infatti, solo gli animali vertebrati adulti possono rientrare nel triste computo. Invertebrati e bestiole già soppresse non vengono considerate pertanto utili ai fini della “statistica”.

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No alla vivisezione

Lettera dalla prigione.

Non ci conosciamo, non ci siamo mai visti. So che sei molto occupato e che hai un sacco di cose da fare, ma vorrei che mi concedessi qualche istante, ho qualcosa da raccontarti.

Mi hanno separato da mia madre poco tempo dopo la mia nascita. Degli “psicologi” mi hanno rinchiusa in un “pozzo della disperazione”: un cilindro alto e stretto di metallo in cui mi hanno lasciato per 45 giorni. Sono rimasta lì da sola, tutta raggomitolata, col braccio intorno al corpo…gli psicologi volevano arrivare a delle conclusioni sull’impotenza e la disperazione che caratterizzano la depressione umana.

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News No alla vivisezione

Contro la vivisezione, animalisti in piazza.

Animalisti in piazza per protestare contro la direttiva sulla vivisezione approvata dal Parlamento europeo l’8 settembre scorso, che di fatto conferma la possibilità di utilizzare animali per la ricerca scientifica, ampliando anzi – secondo le accuse degli animalisti – la norma con la possibilità di usare a tale scopo anche i randagi. Lo slogan della manifestazione: “Per chiudere Green Hill e tutti gli allevamenti di animali destinati ai laboratori”, si riferisce al nome della Green Hill, azienda italiana del bresciano che alleva beagle destinati ai laboratori per la ricerca scientifica. L’iniziativa è stata lanciata dal coordinamento autonomo, formato da attivisti e non da associazioni,”Fermare Green Hill”.

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News No alla vivisezione Proteste e manifestazioni

“Contro la vivisezione targata Ue” Migliaia in piazza: è il popolo web.

La direttiva europea che consente esperimenti sugli animali, persino i randagi, ha suscitato sdegno e rabbia. Grazie soprattutto a internet, la protesta si è allargata a migliaia di persone, come racconta Fabrizia Pratesi (Equivita).

Quindici minuti di silenzio virtuale su Facebook (nessuno ha scritto sulle proprie bacheche)  e tante ore di rumore in piazza: è la protesta contro la vivisezione che ambientalisti e cittadini qualunque hanno messo in scena a Roma. Vengono da tutta Italia e ce l’hanno con l’Unione europea: la direttiva dell’8 settembre, quella che autorizza la vivisezione e la allarga anche ai cani e gatti randagi, proprio non la possono mandare giù.

Un dissenso che è partito già nell’aula dell’Europarlamento, quando quaranta parlamentari si sono alzati in piedi in segno di protesta. E che sta dilagando sul web, grazie soprattutto ai social network.

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News No alla vivisezione

Vox populi: No alla vivisezione.

GEAPRESS – Green Hill e le sue vittime da “sacrificare” sono state  l’emblema di tutta la manifestazione. Hanno rappresentato l’esempio più diretto di un mondo animalista solo apparentemente fermatosi nella disfatta dell’otto settembre.

Vedremo nei prossimi mesi come questa energia saprà organizzarsi, ma intanto è chiaro che l’antivivisezionismo non è morto. Non lo è mai stato. Ognuno di noi potrà riconoscersi nei volti di tutti i partecipanti. Ieri in piazza c’era chi non ha mai smesso di indignarsi, ed ha continuato a marciare dando vita, come scrive Leonora Pagliucci nel resoconto “in diretta” del corteo, ad una manifestazione che così a Roma se ne era persa memoria.