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[Comunicato LAV] I delfini dell’Oltremare di Riccione.

Comunicato stampa LAV 2 agosto 2010


DELFINI AL PARCO ACQUATICO OLTREMARE DI RICCIONE, LAV: TROPPI DECESSI, QUATTRO IN POCO PIU’ DI TRE ANNI, UNA NASCITA ANNUNCIATA SOLO DOPO UN MESE FORSE NEL TIMORE NON SOPRAVVIVESSE.
LA LAV CHIEDE SE SIANO STATI EFFETTIVAMENTE DISPOSTI I CONTROLLI STABILITI DAL SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MARTINI

Quattro delfini morti in poco più di tre anni al Parco acquatico Oltremare di Riccione: Mosè, Bonnie (proveniente da Cuba, che ricordiamo essere uno dei Paesi maggiormente coinvolti nella cattura in mare e nel traffico, spesso illegale, dei delfini), Bravo e, di recente, il piccolo delfino femmina nato il 31 maggio, figlio di Cleo e morto dopo soli 19 giorni.

Il 2 luglio, nel delfinario di Oltremare, la nascita di un altro piccolo, figlio di Blu, ma ne è stata data notizia solo quasi un mese dopo, con la scusa di non creare disturbo agli animali ed allo staff.

“Viene da pensare che questo lungo periodo di silenzio sia stato deciso, invece, per paura che anche questo piccolo delfino potesse morire, visti i precedenti – dichiara Nadia Masutti, responsabile LAV Circhi, Zoo e Acquari – Nei delfinari ormai si muore troppo e non è più accettabile continuare a sostenere che delfini vivano più a lungo reclusi in cattività piuttosto che liberi nel loro ambiente naturale”.

“Chiediamo se siano stati davvero effettuati i controlli richiesti dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, e quali realtà stiano portando alla luce – prosegue Nadia Masutti – E qualora ciò non fosse stato fatto, si auspica che al più presto vengano disposte delle severe ispezioni nei delfinari che sono ormai divenuti luoghi di morte.

La LAV chiede, inoltre, che il Decreto Ministeriale n. 469/2001 “Disposizioni in materia di mantenimento in cattività di esemplari di delfini appartenenti alla specie Tursiops Truncatus”, sia riformato al fine di garantire un’effettiva tutela dei delfini, proibendo la loro detenzione in parchi di divertimento e strutture che operano a fini di lucro e che, una volta per tutte, si crei una netta distinzione tra queste ultime ed i giardini zoologi, unici deputati a detenere specie protette.

Ricordiamo che tutti questi delfini, del genere Tursiope, sono animali la cui specie, particolarmente protetta, è inserita nell’Appendice I della Convenzione di Washington, e cioè in via di estinzione, ovvero talmente rara che qualsiasi volume di scambi potrebbe metterne in pericolo la sopravvivenza. Il Decreto Ministeriale n. 469/2001, nonostante ne sancisca per legge dei prigionieri a vita, impone comunque delle severe regole per la loro detenzione, ovvero ben 56 indicazioni, o “requisiti minimi necessari”, da mettere in atto da parte di personale specializzato, utili a tutelare la loro salute e il loro benessere.

Forse, se almeno questi requisiti fossero davvero fatti rispettare ed i delfini non fossero trattati come dei clown ma come esseri senzienti portatori di diritti, ci sarebbero meno morti.

2 agosto 2010
Ufficio stampa LAV 06 4461325 – 339 1742586 www.lav.it <http://www.lav.it/>

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