Cimitero degli animali: 800 messinesi firmano una petizione per richiederlo.

Presentata al presidente del consiglio comunale dall’associazione «AmiAmo Messina città che risorge»

MESSINA – Un cimitero per animali, uno dei primi a essere realizzati nel Sud Italia. È questo l’obiettivo della petizione, firmata da circa 800 persone e presentata sul tavolo di Giuseppe Previti, presidente del consiglio comunale di Messina. La petizione, promossa dall’associazione «AmiAmo Messina Città che Risorge», è molto sentita da tutti coloro che vogliono poter commemorare i propri fedeli compagni di vita, cani, gatti, canarini, criceti, cavalli e altri animali.

Per questo motivo, il presidente Previti ha assicurato l’appoggio del Consiglio a questo progetto, che vuole garantire un pezzo di eternità ai migliori amici dell’uomo, rispettando allo stesso tempo la sicurezza e le leggi sull’igiene pubblica attualmente in vigore in Italia. L’iniziativa prevede infatti la creazione di un regolamento comunale per il funzionamento e la gestione del servizio, in linea con la normativa nazionale e regionale in tema di trasporto, sepoltura e cremazione degli animali d’affezione. Realtà di questo tipo sono molto diffuse al Nord dove, soprattutto in Veneto e in Lombardia, il servizio è gestito in maniera professionale, mentre al Sud, a parte pochi casi, spesso è stato solo iniziativa di singoli privati.

In Sicilia, però, c’è un illustre precedente storico che si trova a Capo D’Orlando, nel Messinese: il cimitero per cani e gatti di Villa Piccolo, la residenza nobiliare dei baroni Piccolo di Calanovella, costruita intorno agli anni ’20 del secolo scorso e nella quale Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse interi capitoli del suo capolavoro «Il Gattopardo». Il cimitero monumentale è interno alla villa, protetto da un basso muro di cinta abbellito da barriere in ferro battuto e al suo interno vi sono sepolti circa una trentina di animali. I baroni Piccolo rispettavano i cani, i gatti e tutti gli animali poiché credevano che in essi aleggiasse l’anima degli uomini reincarnati e li amavano tanto da considerarli parte della loro famiglia. Un interessante punto di vista, per chi invece li abbandona ai lati di una strada e non si cura della loro vita, figuriamoci della loro morte.

Sergio Busà

Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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