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Ematologia e medicina trasfusionale del cane e del gatto.

Le trasfusioni di sangue degli animali da compagnia.

Tutto quello che devi sapere sulla pratica di donazione del sangue del cane e del gatto: chi può donare, quantità, modalità.

Un po’ di storia

Lo studio del sangue come organo risale al 1600 quando, cioè, è stata scoperta la circolazione ematica; le prime prove trasfusionali sono state effettuate nel 1615 e, solo nel 1665, si è riuscito a collegare tra loro, attraverso un raccordo in argento, 2 vasi appartenenti a soggetti diversi.
I primi successi ottenuti in campo animale hanno spinto gli studiosi ad effettuare esperimenti anche sull’uomo utilizzando, però, sangue animale; la non compatibilità tra le diverse specie, dovuta alla diversità dei sistemi sanguigni, ha portato al decesso delle persone trasfuse ed alla conseguente proibizione della pratica trasfusionale.
Si ripresero gli esperimenti solo nel 1818, questa volta utilizzando sangue umano, ripetendo l’operazione più volte sullo stesso soggetto ma con risultati di scarso successo a causa delle poche conoscenze in materia di anticoagulanti, emocompatibilità e trasmissione di malattie per via ematica.
Tre gruppi sanguigni dell’uomo sono stati scoperti nel 1900, mentre 10 anni più tardi sono stati individuati 4 gruppi del cane.
Negli anni ’50 è stato introdotti l’uso degli anticoagulanti; dopo la metà degli anni ’60, con l’uso delle sacche multiple ed i progressi della centrifugazione, è stato possibile iniziare a somministrare non più solo sangue intero, ma anche emoderivati.

Stato dell’arte
Anche in campo veterinario, negli ultimi anni, è possibile l’utilizzo di sangue intero e di emocomponenti grazie al crescente interesse verso l’ematologia degli animali da compagnia.
Come accade in medicina umana, anche in veterinaria esistono dei gruppi sanguigni, la cui determinazione si basa sulla presenza di specifiche glicoproteine, gli antigeni (Ag), che si trovano sulla superficie dei globuli rossi (G.R. o eritrociti); gli antigeni di gruppo sanguigno sono determinati geneticamente e trasmessi per via ereditaria.
Ogni animale ha, o produce in seguito a sensibilizzazione, anticorpi (Ac) diretti contro gli antigeni non presenti sui G.R.
Quando, dopo una trasfusione, gli Ac vengono a contatto con Ag diversi da quelli considerati self (ovvero propri dell’organismo) si può andare incontro ad una crisi emolitica con distruzione, nelle 12-24 ore successive, dei G.R. trasfusi; da qui l’importanza di verificare la compatibilità tra donatore e ricevente, nonchè la tipizzazione del gruppo sanguigno.

Trasfusioni di sangue/plasma
Indicazioni per le trasfusioni:
Nella maggior parte dei casi le trasfusioni sono impiegate in caso di anemia o di perdita ematica.
Il sangue fresco intero contiene numerosi componenti: eritrociti,  leucociti, proteine (albumine, globuline, ecc.) e fattori dell’emostasi (proteine della coagulazione, antitrombina III), quindi le con le trasfusioni possono essere rimpiazzate numerose componenti perdute; inoltre, si può infondere sia sangue intero che singole frazioni specifiche (es. emazie concentrate, plasma, ecc.).

  • apporto di eritrociti: si somministrano in caso di minor produzione (insufficienza renale cronica, tumori del midollo osseo) o di perdita (emorragia, emolisi)
  • apporto di proteine: si somministrano in caso di minor produzione (emofilia, malattia di von Willebrand, epatopatia, carenza di vitamina K) o di perdita/distruzione (ipoproteinemia, CID)
  • apporto di piastrine: si somministrano in caso di diminuita produzione (neoplasie del midollo osseo), aumento del consumo (malattie da Rickettsie, trombocitopenia immunomediata, CID), disfunzione piastrinica (acido acetilsalicilico)
  • apporto di albumina: si somministra in caso di diminuzione della produzione (epatopatie), aumento della perdita (enteropatie proteinodisperdenti, nefropatie proteinodisperdenti)

Sangue ed emoderivati
Si possono conservare in diversi modi; tra i più usati ci sono l’ACD (acido-citrato-destrosio), il CPD (citrato-fosfato-destrosio) ed il CPDA (citrato-fosfato-destrosio-adenina).
Ognuna di queste soluzioni  contiene citrato che agisce da anticoagulante legando il calcio e non rendendolo disponibile per alcune reazioni della coagulazione; la funzione del destrosio è, invece, quella di fornire energia per la glicolisi degli eritrociti.
La soluzione di CPDA contiene anche un tampone (il fosfato) e l’adenina che permettono di conservare più a lungo il sangue.
Il tipo di anticoagulante, di conservanti usati ed il metodo di stoccaggio (refrigerazione o congelamento) determinano la data di scadenza dell’emoderivato:

  • plasma: può essere fresco (refrigerato a +4°C, dura 1-2 gg), fresco congelato (stoccato al di sotto di 0°C, dura circa 1 anno), congelato (plasma fresco congelato, ma conservato per più di 1 anno)
  • sangue intero: può essere intero fresco o intero conservato (entrambi durano 24 ore in citrato, 4 settimane in ACD per quello di gatto e CPDA per quello di cane) o emazie concentrate (durano 42 gg)

Quale prodotto impiegare
In caso di mancanza di:

  • eritrociti: sangue fresco intero, sangue intero congelato, emazie concentrate
  • piastrine: sangue intero fresco, plasma ricco di piastrine, plasma fresco (entro 6 ore)
  • fattori della coagulazione: sangue intero fresco, plasma fresco (entro 24 ore), plasma fresco congelato

Sierotipi e reazioni di compatibilità crociata
Cani e gatti hanno sierotipi diversi; quando il ricevente ha un gruppo sanguigno diverso da quello del donatore (hanno cioè sierotipi diversi) il sistema immunitario del primo può attaccare gli eritrociti del secondo causando una reazione acuta da trasfusione.

  • gatto: ha 3 diversi sierotipi (A, B, AB); la maggior parte dei gatti meticci è di tipo A, mentre ci sono razze selezionate (Abissino, Burmese, British shortair, Devon rex, Himalayano, Persiano, Scottish fold, Somalo) che hanno un’incidenza maggiore di sangue di tipo B.
    I gatti con questo sierotipo (B) spesso presentano Ac contro il sangue di tipo A quindi, in caso di trasfusione con sangue di questi tipo, sviluppano una reazione acuta da trasfusione che esita con la morte.
    Quando donatori di tipo B donano il sangue a riceventi di tipo A, gli eritrociti hanno una durata più breve del normale; se il ricevente di di tipo A è stato precedentemente sensibilizzato al sangue di tipo B, avrà una reazione trasfusionale
  • cane: presenta 8 gruppi principali di antigeni eritrocitari (DEA, Dog Erythrocyte Antigen) classificati da DEA 1 a DEA 8; la maggior parte delle reazioni trasfusionali riguarda i gruppi DEA 1.1, 1.2 o 7, quindi i soggetti donatori devono essere negativi per questi gruppi.
    La maggior parte dei cani non ha Ac preformati contro questi Ag eritrocitari, quindi  raramente si osservano reazioni trasfusionali acute alla prima trasfusione con sangue non compatibile o a quelle effettuate nei 4-7 gg successivi.
    I cani  possono manifestare reazioni di questo tipo nel corso di trasfusioni future soltanto dopo essere stati sensibilizzati alle cellule di donatori incompatibili

Reazioni di compatibilità crociata
Servono ad evidenziare la presenza di anticorpi preformati contro Ag cellulari estranei; è l’alternativa meno costosa alla sierotipizzazione.
Le reazioni di compatibilità crociata andrebbero effettuate prima di qualsiasi trasfusione, anche se il donatore presenta un sierotipo compatibile.

Quando effettuare una reazione crociata
Bisogna effettuarla in caso di:

  • pazienti con anamnesi remota per trasfusioni
  • gatti che, probabilmente, hanno sangue di tipo B
  • pazienti con anemia emolitica immunomediata o trombocitopenia immunomediata
  • animali che possono avere bisogno di trasfusioni multiple

Reazioni di compatibilità crociata maggiore e minore
Si devono effettuare 2 tipi di reazioni crociate:

  • reazione crociata maggiore: clinicamente più significativa; mette in evidenza Ac del ricevente verso le cellule del donatore
  • reazione crociata minore: riguarda gli anticorpi del donatore verso le cellule del ricevente; si usa per le trasfusioni di plasma

Donatori
Scelta del donatore
I donatori devono avere delle caratteristiche ben precise:

  • cane: peso > 25 Kg, età compresa ta 2 e 7 anni, ematocrito > 40%,  negativi per gli agenti patogeni veicolati dal sangue (es. Rickettsia, filariosi cardiopolmonare, Brucella), sterilizzazione per le femmine per evitare fluttuazioni ormonali che condizionano il conteggio eritrocitario, possibilmente negativi per DEA 1.1, 1.2 e 7 e con livelli normali di vWF (fattore di von Willebrand)
  • gatto: peso > 5 Kg, età compresa tra 2 e 7 anni, ematocrito >30%, negatività per alcune malattie infettive (FeLV, FIV, Hemobartonella, Toxoplasma)

Come effettuare il prelievo di sangue dai donatori
Il sangue dei donatori deve essere raccolto in soluzioni di CPDA (cane) o ACD (gatto) ed utilizzato entro 24 ore o conservato a +4°C per ridurre la velocità della glicolisi ed impiegarlo entro 1 mese.
Un’unità è pari a 500 ml nel cane e a 50-60 ml nel gatto.

  • cane: si può raccogliere fino al 20% del volume di sangue totale; dato che questo corrisponde all’8,5% del peso corporeo, i cani possono donare lo 0,85% circa del proprio peso corporeo totale in sangue (1 Kg di peso corporeo = 1 litro o 1000 ml di fluido).
    Quindi un cane di 30 Kg ha un volume di sangue di 2500 ml e può donare 500 ml di sangue.
    Il volume prelevato è 450 ml di sangue in 50 ml di CPDA
  • gatto: il gatto può donare il 10% del proprio volume di sangue; dato che tale volume è il 5,5% del suo peso corporeo, il gatto può donare lo 0,55% del suo peso corporeo totale in sangue (1 Kg di peso corporeo = 1 litro o 100 ml di fluido).
    Quindi un gatto di 5 Kg ha un volume di sangue di 275 ml e può donare 45 ml di sangue.
    Il volume prelevato è 45 ml di sangue in 10 ml di ACD

Banche del sangue
Non esistono, al contrario di quanto succede in “umana”, delle “AVIS veterinarie” che forniscono gratuitamente sangue ed emocomponenti.
Ci sono però centri privati sparsi in tutta Italia (cliniche, ospedali veterinari) e facoltà universitarie di Medicina Veterinaria che offrono il servizio di raccolta e trasfusione di sangue prelevato da cani di privati e da cani dei canili ENPA (come, ad esempio, accade nella Facoltà Di Torino che, per il momento, si limita alla specie canina con il progetto, però, di ampliare la raccolta anche a gatti e cavalli) il cui costo ricade, quindi, sul proprietario dell’animale che riceve la trasfusione.
I donatori possono effettuare, nell’arco di un anno, fino a 3 donazioni le cui sacche, su richiesta dei veterinari, potranno essere spedite anche in altre città.


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