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Le paure dei bambini nei confronti degli animali.

Quando si nasce si va incontro ad una realtà inarrestabile e ignota, e inizialmente per i bambini, l’unione tra fantasia e realtà sono i genitori. Nei nostri ricordi dell’infanzia, spesso ricorre che quando commettevamo un danno o facevamo i capricci i nostri genitori per far tornare la calma ci terrorizzavano minacciando di chiamare il lupo cattivo, o qualsiasi altro animale feroce, a volte il bau bau, essere mostruoso e raccapricciante, ed è qui che cominciano a nascere i fantasmi e le paure dei bambini.

Personalmente, fino all’età di vent’anni ho avuto paura dei cani, non ricordo nessun morso, nessuna aggressione da parte di questo amorevole animale, solo un’ aggravata e immotivata paura, frammenti del mio comportamento… cambiavo strada se ne intravedevo uno in lontananza, cominciavo a correre se sentivo abbaiare ed il cuore mi batteva forte alla sola vista di un cane.

Ho superato i miei traumi, in quella favolosa notte che il mio amato decise di portarmi nella sua casa di campagna e si dimenticò le chiavi, e che allontanandosi per andarle a prendere, visto che faceva freddo e stavamo in motorino, mi lasciò da sola nel suo giardino, insieme a Bella Flock, il pastore tedesco di cui io non conoscevo l’esistenza. In quel momento per me è stata più forte la paura di star da sola in un posto sconosciuto, e per conforto ho iniziato ad accarezzare il cane che mi ha anche riscaldato le mani.  Da allora non ho avuto più paura senza capirne il motivo.

Le paure dei bambini verso gli animali possono essere innumerevoli. Ho voluto fare una indagine su dieci bambini dai cinque ai dodici anni: cinque di loro hanno paura, altri cinque non conoscono paure, li ho fatti poi incontrare e confrontare tra di loro, in maniera che potessero aiutarsi a vicenda, ma prima ho voluto rivolgere alcuni quesiti in merito ad Anna Rita Poeta, psicopedagogista e counselor relazionale che ha spiegato in maniera molto semplice il suo pensiero sulle paure dei bambini verso gli animali.

 


  • Quando si sviluppano maggiormente le paure dei bambini verso gli animali?

 L’infanzia è il periodo più fertile per le paure dei bambini. Questo perchè la realtà intorno a loro è in esplorazione, tutto è da conoscere, da provare, da sperimentare ed è proprio questa sperimentazione a volte non espressa che molto spesso genera paure.
Per quanto riguarda le paure verso gli animali potrei dire che le più frequenti si manifestano verso i cani e i ragni, talvolta anche verso i serpenti e i topi.
L’età può variare ma i bambini manifestano paure in genere nella seconda e nella terza infanzia, alcune volte anche attraverso incubi notturni, dove sognano di essere attaccati da cani che assumono sembianze mostruose.

  • Quali possono essere le cause?

Le cause di queste paure possono essere diverse: le paure dei genitori che vengono trasmesse ai figli, traumi che i bambini non riescono a superare ecc.
Può accadere però che il bambino trasferisca sull’animale (cane), in forma simbolica, un timore che prova nei confronti del padre per esempio. In questo caso la paura persisterà fintanto che il bambino non avrà recuperato il rapporto con il padre.
Bisogna ricordarsi che le paure dei bambini verso gli animali vanno rispettate, non sminuite, non ridicolizzate. Le paure vanno accolte come un aspetto della crescita del bambino. È molto importante inoltre che i bambini possano parlare in famiglia delle loro paure ed essere ascoltati con amore.

  • Come può un bambino superare questa paura?

Ci sono molte scuole di pensiero in merito. Io personalmente lavoro molto con la narrazione e con il confronto nei gruppi. Questo per aiutare i bambini a modificare le convinzioni ed i pensieri automatici associati alla percezione della paura.

 


Ringrazio per la disponibilità, la dott.ssa Anna Rita Poeta, e vado avanti con la mia indagine.

Carlotta, Matteo, Francesca, Andrea, Eleonora: hanno paura di alcuni animali, e mi hanno raccontato la loro esperienza con parole piene di ansie e turbamenti:

Carlotta ha sette anni, ha paura dei ragni e delle zanzare, perché sono pericolosi e quando incontra questi insetti fa vere scenate di isteria, vorrebbe un cane, così ci pensa lui a tenerli lontani da lei.

Matteo ha dieci anni, ha paura dei  cani, quando era piccolo, è stato aggredito da un rottweiler, che abita alla porta accanto, desidera cambiare casa per non incontrarlo più e se vede un cane per strada inizia a piangere.

Francesca ha cinque anni e ha paura di tutti gli animali, anche se è interessata a tutto quello che fanno, e quando vede le mosche volare sul soffitto inizia a urlare, come se avesse visto un mostro.

Andrea ha otto anni, ha paura dei topi perché sono veloci, e pensa che possano addentare i suoi piedi, conosce tutte le malattie di cui i topi sono portatori.

Eleonora ha dodici anni, ha paura delle cavalette, perché saltano, e possono infilarsi nei capelli, nei vestiti, non va mai al parco perché ce ne sono tante, ma le piacerebbe andarci, invece di dire sempre no alle sue amiche che passano tutti i pomeriggi all’aperto.

 


Come fare per far passare loro queste fobie? 

Rifletto, per un po’ fino a quando penso che noi impariamo a non aver paura da chi non ha paura. E allora vado avanti con la mia indagine, e trovo cinque bambini coraggiosi che non hanno paura di nulla: Marco, Giulia, Michael, Antonio, Emma, che mi raccontano la loro esperienza con gli animali, con parole piene di gioia e curiosità: 

Marco ha sette anni, ha un porcellino d’India, che ha chiamato Simon, e vorrebbe vivere in campagna per fare l’esploratore, accarezza tutti gli animali che incontra per strada e da grande vuole fare il veterinario. 

Giulia ha undici anni, ama osservare la vita delle formiche, sta ore e ore accanto ai formicai, per scoprire questo minuscolo microcosmo, a volte facilita la loro vita, portando pezzetti di cibo vicino all’entrata del formicaio. 

Michael ha dodici anni, è convinto che tutti gli animali abbiano un’anima, e si chiede sempre cosa può pensare un cane, un gatto, un qualsiasi essere vivente. Non ha nessun animale in casa, perché secondo lui, la casa dell’uomo non può essere la casa di un animale. 

Antonio ha cinque anni, ha due cani e due gatti, l’inverno ama stare sul divano con i suoi animali, perché lo riscaldano e si fanno le coccole. 

Emma ha sei anni, ama i gatti e aveva una gattina di nome Polly, ma essendo allergica al pelo, la sua mamma ha dovuto darla a una sua amica, ed ora conserva tutte le sue foto, nel suo letto ha solo pupazzi di gomma che raffigurano gatti, ed il suo desiderio più grande è guarire dall’asma per riavere la sua Polly.

 


L’ultima fase della mia indagine prevede l’incontro di questi dieci bambini, in modo che possano parlare tranquillamente delle loro esperienze con gli animali, porto con me colori e fogli di carta e dei pupazzi a forma di animale, per giocare, creare e presentare i miei amici a quattro zampe e soprattutto per simbolizzare le paure.

Vincere la paura degli animali si può, ne sono convinta dopo aver visto questi bambini relazionarsi tra di loro, mentre parlavano e si davano consigli su come diventare amici degli animali.

Infatti, alla fine dell’incontro quasi tutti i bambini hanno confessato di amare gli animali e che gli animali hanno un carattere come le persone, un giorno possono essere nervosi e agitati, e perciò possono graffiare le persone senza cattiveria, non per far del male, il giorno dopo possono essere tranquilli e coccoloni e fare le fusa.

Qualcuno ha pure detto, che se un animale è cattivo non dipende dall’animale, ma dal padrone e da come è stato educato, e che non va insegnata la violenza ad un cane, non bisogna lasciarlo solo altrimenti diventa cattivo, e quando non vuole giocare non bisogna costringerlo e fargli del male, altrimenti ti morde.

 

La mia indagine è finita, ringrazio i bambini del mio quartiere, che mi hanno dato una mano a capire che crescere insieme ad un animale è il beneficio più prezioso della vita e che vincere è l’obiettivo di tutti i bambini. Anche le paure.


© RIPRODUZIONE INTEGRALE O PARZIALE VIETATA SENZA LINK ALLA FONTE: http://www.vegamami.it/

By antonella tomassini

sono vegan e son contenta

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