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Avvelenamento da morso di serpente.

In Italia esistono diverse specie di vipere, dislocate per lo più nelle regioni settentrionali.
Gli animali domestici più a rischio sono i cani da caccia che, per la loro innata curiosità, tendono a mettere il naso nei posti più nascosti e pericolosi.

La vipera è l’unico serpente velenoso presente in Europa; nel nostro paese ne esistono 4 specie dislocate soprattutto nel nord e sono: l’aspide o vipera comune (diffusa in tutta Italia, tranne in Sardegna), il marasso (presente in tutta l’Italia settentrionale), la vipera dal corno (presente nelle regioni nord orientali) e la vipera dell’Orsini (presente sulle montagne del Gran Sasso).
Le vipere, come tutti i rettili, sono animali eterotermi, incapaci cioè di mantenere costante la temperatura corporea; a tal fine prediligono le zone con scarsa vegetazione e molto esposte al sole.
I rettili sono animali molto timidi e raramente attaccano l’uomo, a meno che non si sentano minacciate.
La tossina iniettata con il morso è potenzialmente mortale, ma  esistono delle variabili come il peso del soggetto morsicato ed il punto in cui è stato inferto il morso, che possono far sì che il soggetto morsicato possa salvarsi; in generale possiamo dire che un uomo adulto raramente muore in seguito ad un morso, ma che quest’ultimo può essere letale per un bambino o per un cane di taglia medio-piccola.
I cani più a rischio sono, ovviamente, quelli da caccia.
Per  poter affermare che si tratti effettivamente di un morso di vipera è necessario riscontrare la presenza dei fori prodotti dai denti veleniferi.

Differenza tra il morso di una biscia e di una vipera

In seguito al morso, la cute della zona interessata tenderà a gonfiarsi ed ad essere dolente per diventare, con il passare del tempo, bluastra (colorazione che, con il passare del tempo, può estendersi a tutto l’arto).

Oltre all’edema locale, si riscontreranno altri sintomi quali nausea, vomito, debolezza, fascicolazioni muscolari, stato di profonda agitazione; possono comparire anche tachicardia, aritmie ed, infine, shock.

Cosa fare in caso di morso
Bisogna evitare la diffusione del veleno; a tal fine è necessario tenere immobilizzata la parte morsa (generalmente l’arto) e fare emostasi fasciando stretto a monte.
Se non è possibile raggiungere immediatamente un centro veterinario occorre, con un coltellino precedente sterilizzato (ad esempio con alcool o con la fiamma di un accendino e, ovviamente, lasciato un attimo raffreddare) e dopo aver indossato dei guanti, 
praticare un’incisione che unisce i due fori lasciati dai denti e far sanguinare abbondantemente, per far sì che il veleno fuoriesca.

Non aspirare mai il sangue con la bocca: eventuali ferite presenti possono far sì che il veleno entri in circolo.
Mai somministrare il siero antiofidico senza la supervisione di un medico perchè possono comparire reazioni avverse come lo shock.
Portare l’animale dal veterinario appena possibile perchè il veleno può causare danni mortali anche a distanza di qualche giorno dal morso.

Se il cane viene morso è importante:

  • non applicare ghiaccio o altre compresse fredde sulla parte
  • tenere sotto osservazione il cane per almeno 6 ore (il tempo minimo indispensabile affinchè compaiano eventuali segni clinici) se non si è sicuri del tipo di serpente morsicatore

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