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Cronache dal bosco delle ghiande I vostri articoli

Sulle Cronache del bosco delle ghiande

Potranno apparire favole le cronache del bosco delle ghiande, è vero lo sono.

Ma sono altresì storie vere, mai edulcorate nel loro contenuto, reali come il sole che scalda i campi di papaveri e il trillo della sveglia che ci chiama per andare a lavoro.

Racconti di amore, puro e sconfinato tra umano e animale.

Ho incontrato tantissime persone, con loro ho parlato, riso e a volte mi sono commossa nell’ascoltare le loro esperienze.

Mondi fatti di mille fili colorati, profumi speziati che riempiono il cuore.

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“Che gran casino” Pepito!

Pepito arrivò a casa di nonno Luigi cinque anni orsono.

L’anziano  signore aveva bisogno di compagnia, rimasto vedovo  da dieci anni e con l’unica figlia sposata e residente a molti km di distanza, non se la passava molto bene.

L’uomo, benché vispo e dalle buone maniere aveva, sfortunatamente, anche qualche acciacco alle gambe che gli impediva di tenere ancora con sé un cane come in passato aveva sempre posseduto: inseparabile dal suo bracchetto Elmo, come dal labrador Teo.

Portalettere per tutta la sua vita lavorativa, Luigi trovava tedio in quelle lunghe giornate da pensionato che sia assolate di lavanda e colori estivi, sia uggiose di noia invernale, lo intristivano come non mai.

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Non solo amico a quattro zampe, non solo un “utility dog”

Quel giorno incontrai una strana ragazza, non era come le altre: la sua storia me lo provò.

Accanto a quel trucco di liquirizia e quei vestiti da gothic lolita, accanto a quell’aggressività ostentata e ad un paio di ciocche color uvetta, una borsina curiosa stringeva a sè, stretta stretta.

Non è una storia ma una vita vera.

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Il capriolo, la bambina, la fata: una fiaba vera.

Non serve vivere in una fiaba per parlare agli animali“.

Era una giornata tersa, il cielo lavanda dondolava un sole giallo limone e tutto intorno un’aria di zucchero filato animava il venticello estivo. Eravamo in visita ad un bellissimo parco faunistico in cui, pochi ma felici animaletti del bosco sono protetti e curati con garbo e professionalità da uno staff che per passione e dedizione rende paradisiaco quest’angolo di mondo e che natura…nemmeno da dove vengo io tanta cura viene data…

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Ecco perchè vegan, di Marzia Fabiana Vico.

Sono vegana, non per attitudini alimentari, non per ideologia. Ma per avere avuto il dono di incrociare “quegli” occhi.
In montagna mentre il vento sottile soffiava sulle margheritine e l’erba di caramella si piegava come le onde del mare, noi bambine giocavamo a fare le principesse. Ed ecco che, improvvisamente, nelle nostre corse sui prati, una mucca grande e grossa si mostrò ai nostri occhi sgranati.